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Assistenti Sociali e Emergenza Abitativa: Nuove Competenze e Progetti Innovativi nel 2025
Guida operativa per professionisti: L’emergenza abitativa richiede nuove competenze agli AS — mediazione, coprogrammazione, progettazione integrata. Analisi dei progetti C.A.S.A., Housing First, soluzioni innovative Milano e Genova con focus normativo 2025 e prospettive 2026.
Aggiornato: 16 dicembre 2025 • Servizio Sociale Professionale
Sommario
- Il Decreto ministeriale 2 aprile 2025 stanzia oltre 3 miliardi di euro per il triennio 2024-2026, con risorse strutturali per l’assunzione di assistenti sociali [1][2].
- Milano capofila: coprogrammazione tra Welfare e Casa con 500 alloggi pubblici; progetto “Casa e oltre” con 280 beneficiari in 2 anni [3][4].
- Housing First Italia celebra 10 anni: 1.763 persone accolte, tasso di successo 63%, presenza in 37 città [5].
- Nuove competenze essenziali: mediazione abitativa, coprogettazione con Terzo Settore, educazione finanziaria, lavoro di rete territoriale [6][7].
- Profilo emergente: persone sole 40-55 anni, italiane, disoccupate — diverso dallo stereotipo tradizionale dell’utenza fragile [8].
- Ordini professionali mobilitati: laboratori tematici, documenti di advocacy, richieste di osservatori regionali sull’emergenza abitativa [9].
Quadro normativo 2025: il Decreto Interministeriale
Il Decreto del 2 aprile 2025 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali rappresenta il principale riferimento normativo per il triennio 2024-2026. L’atto, registrato dalla Corte dei Conti il 5 maggio 2025 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, adotta il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali e ripartisce risorse complessive per 3.005.350.253 euro [1].
Ripartizione delle risorse
- Fondo Nazionale Politiche Sociali: 1.192.551.943 euro
- Fondo Povertà: 1.812.798.310 euro, di cui:
- 594.677.545 euro per il 2024
- 601.120.765 euro per il 2025
- 617.000.000 euro per il 2026
Contributo per assistenti sociali
La Legge 178/2020 (art. 1, commi 797 e seguenti) ha introdotto un livello essenziale delle prestazioni sociale definito da un operatore ogni 5.000 abitanti, con obiettivo di un operatore ogni 4.000 abitanti. Il contributo statale è strutturale e ammonta a:
- 20.000 euro annui per ogni assistente sociale a tempo indeterminato eccedente il rapporto di 1 ogni 6.500 abitanti
- Fino al raggiungimento del rapporto di 1 a 4.000 abitanti
Nel 2025 sono state prenotate risorse per 108.338.844,36 euro destinate agli Ambiti Territoriali Sociali per l’assunzione di assistenti sociali [2].
La casa è un diritto fondamentale che consente l’esercizio di altri diritti costituzionali: salute, istruzione, mobilità, sicurezza. L’assenza di una casa porta a ingiustizia sociale e disparità nell’accesso ai servizi essenziali.
Progetti innovativi: Milano, Genova e la rete nazionale
Milano: “Casa e oltre” e la coprogrammazione integrata
A febbraio 2025 è nato “Casa e oltre”, il nuovo sistema integrato di housing sociale milanese sostenuto dalla Citi Foundation con 25 milioni di dollari a livello globale. Il progetto coinvolge 5 organizzazioni con capofila Fondazione Progetto Arca [3]:
- Fondazione Progetto Arca (capofila)
- Croce Rossa Milano
- Fondazione Somaschi
- Fondazione IBVA
- Fondazione Casa della Carità
Obiettivi del progetto (2025-2027):
- 280 persone accolte in 42 appartamenti
- Percorsi personalizzati di 6-18 mesi
- Equipe multidisciplinare: educatori, psicologi, assistenti sociali
- Educazione finanziaria come pilastro dell’autonomia
- Piattaforma digitale TUTTIXTE per coordinamento interventi
Coprogrammazione Milano: 500 alloggi pubblici
A dicembre 2025, il Comune di Milano ha avviato la prima coprogrammazione congiunta tra Assessorati Welfare e Casa, coinvolgendo 32 enti del Terzo Settore [4]. Il modello prevede:
- 488 unità immobiliari disponibili per 25 anni:
- 339 alloggi ERP nel Comune di Milano
- 143 nell’area metropolitana
- 6 beni confiscati alla criminalità organizzata
- Possibilità di aggiungere fino al 50% di alloggi ulteriori
- Finanziamenti misti: risorse pubbliche, contributi terzi, prestiti agevolati, canoni e rette
- Target: neomaggiorenni, nuclei in emergenza, famiglie monoparentali, anziani soli, persone con disabilità
Progetto C.A.S.A. – Comuni per l’Abitare Sostenibile e Accessibile
Presentato nel giugno 2025, coinvolge 9 comuni del Sud Est Milano per creare un’Agenzia dell’Abitare condivisa, con focus su rigenerazione del patrimonio pubblico e inclusione sociale [10].
Genova: sistema emergenza abitativa
Il Comune di Genova ha strutturato per il 2025 azioni di miglioramento [11]:
- Sviluppo di canali digitali per presentazione domande
- Potenziamento coordinamento Comune-ARTE Genova
- Commissione Emergenza Abitativa per valutazione domande
- Progetti di uscita dagli alloggi per garantire rotazione
- Interventi di accompagnamento personalizzato
Housing First Italia: bilancio del decennio
Nel febbraio 2025 a Torino si è celebrato il decennale di Housing First Italia, approccio rivoluzionario che inverte il paradigma tradizionale: la casa prima, non dopo aver risolto le altre problematiche [5].
Dati del Report Nazionale 2014-2024
- 1.763 persone accolte nei progetti della Community HFI
- Composizione: 65,1% uomini, 34,6% donne, 0,3% persone LGBTQI+
- Cittadinanza: 61,2% italiani, 33,8% extra UE, 5% UE
- Età media: 47 anni
- Tasso di successo 63%: raggiunta indipendenza economica, lavorativa e/o abitativa
- Solo 11% abbandono volontario o trasferimento per fine finanziamenti
La rete nazionale
La Community Housing First Italia, coordinata da fio.PSD, conta attualmente:
- 61 membri in 14 regioni
- Presenza in 37 città
- Prevalenza al Nord Italia
- Formazione, coaching e supervisione continua
Gli 8 principi guida
- Abitare è un diritto umano
- Diritto di scelta e controllo dei partecipanti
- Distinzione tra abitare e trattamento terapeutico
- Orientamento al Recovery
- Riduzione del danno
- Coinvolgimento attivo e non coercitivo
- Progettazione centrata sulla persona
- Supporto flessibile per tutto il tempo necessario
Nuove competenze per gli assistenti sociali
L’evoluzione dell’emergenza abitativa richiede agli assistenti sociali l’acquisizione di competenze specialistiche che vanno oltre il servizio sociale tradizionale [6][7].
Competenze tecniche emergenti
1. Mediazione abitativa e relazionale
- Gestione conflitti con proprietari e amministratori
- Mediazione familiare in situazioni di alta conflittualità
- Coordinamento genitoriale (nuovo profilo in sviluppo)
- Formazione attraverso Master specifici (200-400 ore)
2. Coprogrammazione e coprogettazione
- Lavoro integrato con Terzo Settore
- Progettazione di reti territoriali
- Stesura Piani di Azione Locale (PAL) per Fondo Povertà
- Monitoraggio dati su piattaforma SIOSS
3. Educazione finanziaria
- Supporto alla gestione del bilancio familiare
- Piani di risparmio personalizzati
- Consulenza per accesso a strumenti finanziari
- Percorsi verso l’autonomia economica
4. Lavoro di rete e advocacy
- Attivazione risorse territoriali pubbliche e private
- Portavoce dei diritti presso decisori politici
- Promozione cambiamento sistemico
- Partecipazione a osservatori regionali e nazionali
Formazione continua: offerta 2025-2026
Gli Ordini professionali hanno autorizzato diversi percorsi formativi per il biennio 2025-2026:
- Master in Mediazione Familiare e Giustizia Riparativa (300-400 ore)
- Percorso “Cantieri di Sostenibilità” su coprogrammazione e innovazione territoriale (150 posti gratuiti, novembre 2025 – febbraio 2026)
- Supervisione professionale e costruzione LEPS (webinar CNOAS-MLPS, novembre-dicembre 2025)
- Formazione Housing First attraverso fio.PSD
Il nuovo profilo dell’utenza in emergenza abitativa
I dati raccolti nel 2024 da diversi territori italiani rivelano un cambiamento significativo nel profilo delle persone che accedono ai servizi di emergenza abitativa [8].
Prato: analisi 301 nuclei (dicembre 2023 – dicembre 2024)
- 52,5% nuclei unipersonali: persone sole tra 40-55 anni
- Maggioranza di cittadinanza italiana (non più stranieri come si pensava)
- 41% disoccupati, 11% inattivi
- 56,6% nuclei senza redditi da lavoro
- 41% con componente disoccupato da oltre 6 mesi
- 38% con reddito totalmente da sostegni pubblici
- Causa principale: sfratto per morosità incolpevole
- Difficoltà: impossibilità di pagare mutuo/affitto + spese accessorie
Caratteristiche comuni
Le ricerche territoriali convergono su alcuni elementi:
- Persone che hanno vissuto in famiglia e dopo la morte dei genitori si ritrovano sole
- Assenza di rete sociale e familiare adeguata
- Stabilità lavorativa precaria o perduta
- Situazioni di povertà relativa più che assoluta
- Capacità gestionali presenti ma risorse insufficienti
“È emerso un quadro inaspettato che mostra un cambiamento dell’emergenza abitativa. Il problema più grosso sono i nostri cittadini che per qualche motivo si trovano soli e senza dimora e possibilità economica” — Rosanna Sciumbata, Presidente Commissione Prato.
Prospettive e sviluppi per il 2026
Il 2026 si configura come un anno cruciale per il consolidamento e l’evoluzione delle politiche abitative integrate con i servizi sociali. Le sperimentazioni avviate nel 2025, i risultati del decennale Housing First e l’attuazione progressiva del Piano nazionale 2024-2026 convergono verso una fase di maturazione che richiederà agli assistenti sociali un ulteriore salto qualitativo nelle competenze e nell’approccio professionale.
Le prospettive si articolano su cinque direttrici principali che rappresentano altrettante sfide e opportunità per la professione: il consolidamento del quadro normativo con la definizione operativa dei LEPS, l’espansione territoriale e metodologica dell’approccio Housing First, la scalabilità dei modelli sperimentali nelle aree metropolitane, l’istituzione di sistemi permanenti di monitoraggio e advocacy, e la digitalizzazione integrata dei servizi.
Consolidamento normativo e attuazione dei LEPS
Il 2026 rappresenterà l’anno centrale del triennio di programmazione definito dal Decreto del 2 aprile 2025, un momento in cui le previsioni normative dovranno tradursi in pratiche operative standardizzate su tutto il territorio nazionale. La sfida principale riguarda il passaggio dalla programmazione all’implementazione effettiva dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) specificamente dedicati all’emergenza abitativa.
Le Linee guida nazionali LEPS per l’emergenza abitativa, la cui emanazione è attesa per i primi mesi del 2026, dovranno fornire agli Ambiti Territoriali Sociali indicazioni operative dettagliate su:
- Standard minimi di accoglienza: caratteristiche qualitative degli alloggi di emergenza, rapporti numerici operatori/utenti, tempi massimi di risposta alle segnalazioni, durata dei percorsi di accoglienza temporanea
- Profili professionali coinvolti: composizione minima delle équipe multidisciplinari, ruoli e competenze specifiche richieste, percorsi formativi obbligatori per operatori dell’emergenza abitativa
- Criteri di accesso uniformi: definizione nazionale di “emergenza abitativa” con parametri oggettivi, priorità di accesso basate su vulnerabilità standardizzate, procedure di valutazione multidimensionale condivise
- Indicatori di qualità e monitoraggio: sistemi di raccolta dati omogenei, indicatori di esito dei percorsi di autonomia, strumenti di valutazione dell’efficacia degli interventi
- Integrazione socio-sanitaria: protocolli operativi per la presa in carico integrata di persone con problematiche complesse, raccordi con servizi psichiatrici e delle dipendenze, modalità di attivazione della rete territoriale
L’attuazione completa del Decreto 2 aprile 2025 prevede per il 2026 il secondo anno di monitoraggio triennale, con particolare attenzione alla verifica dell’utilizzo effettivo delle risorse assegnate. Gli Ambiti Territoriali dovranno rendicontare attraverso la piattaforma SIOSS non solo i dati quantitativi di spesa, ma anche gli esiti qualitativi degli interventi: percentuali di persone che hanno raggiunto l’autonomia abitativa, tempi medi dei percorsi, tassi di rientro in emergenza, livelli di soddisfazione degli utenti.
Un nodo cruciale riguarda la definizione degli standard organizzativi degli Ambiti Territoriali Sociali. Il Ministero sta lavorando a linee guida che specifichino dotazioni minime in termini di personale (con particolare riferimento al rapporto assistenti sociali/popolazione previsto dalla Legge 178/2020), strumenti operativi, sistemi informativi, spazi fisici dedicati. Questa standardizzazione mira a ridurre le forti disparità territoriali attualmente esistenti, garantendo omogeneità nell’accesso ai servizi su tutto il territorio nazionale.
L’elemento più innovativo atteso per il 2026 riguarda l’integrazione sistemica tra politiche abitative, sociali ed economiche. Il modello tradizionale di separazione tra assessorati e competenze ha dimostrato tutti i suoi limiti: le politiche abitative gestite separatamente dai servizi sociali producono alloggi senza accompagnamento, mentre i servizi sociali senza un reale coordinamento con le politiche della casa possono solo tamponare emergenze senza prospettive di soluzione strutturale. Le sperimentazioni di coprogrammazione avviate a Milano nel 2025 dovrebbero diventare modello replicabile, con protocolli operativi che definiscano:
- Cabine di regia permanenti tra assessorati competenti
- Flussi informativi integrati tra diversi sistemi
- Procedure condivise per assegnazione alloggi con presa in carico sociale
- Criteri di programmazione congiunta degli interventi
- Modalità di coinvolgimento strutturato del Terzo Settore
Evoluzione e consolidamento dell’approccio Housing First
Il decennale celebrato a Torino nel febbraio 2025 ha rappresentato per la Community Housing First Italia non solo un momento di bilancio, ma soprattutto l’occasione per ridefinire strategie e obiettivi per il prossimo quinquennio. I dati del Report Nazionale 2014-2024 – 1.763 persone accolte con un tasso di successo del 63% – hanno validato l’efficacia dell’approccio, ma hanno anche evidenziato alcune criticità che il 2026 dovrà affrontare.
L’espansione geografica al Centro-Sud Italia rappresenta la priorità strategica principale. Attualmente la Community HFI conta 61 membri distribuiti in 14 regioni, ma con una netta prevalenza al Nord (circa il 70% dei progetti). Questa concentrazione geografica non rispecchia la distribuzione reale del bisogno abitativo nazionale. Nel 2026 sono previste azioni specifiche per favorire lo sviluppo di progetti nelle regioni meridionali:
- Programmi di accompagnamento territoriale: fio.PSD metterà a disposizione coach e supervisori esperti per supportare nuovi enti del Centro-Sud nella fase di avvio dei progetti
- Accordi con Regioni: protocolli specifici con Campania, Puglia, Sicilia, Calabria per destinare quote del Fondo Povertà a progetti HF sperimentali
- Formazione territoriale: percorsi formativi decentrati per operatori e decisori locali, con testimonianze di progetti già consolidati
- Adattamenti metodologici: studio di varianti del modello HF che tengano conto delle specificità socio-economiche e del mercato immobiliare del Meridione
La differenziazione dei modelli Housing First per contesti urbani e rurali emerge come necessità da molteplici evidenze. Il modello standard HF, nato in contesti metropolitani nordamericani ed europei, presuppone disponibilità di alloggi sparsi nel tessuto urbano, servizi territoriali accessibili, mobilità pubblica funzionante, mercato del lavoro dinamico. Questi presupposti non sempre si verificano nei contesti rurali o nei piccoli centri. Nel 2026 la Community HFI svilupperà:
- HF rurale: adattamenti che prevedano alloggi più distanti dai servizi ma con supporto domiciliare intensificato, uso di tecnologie per telemedicina e teleconsulenza, coinvolgimento proattivo delle comunità locali
- HF per piccoli centri: modelli che valorizzino il patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato (ex scuole, caserme, edifici comunali), creando mini-comunità abitative con spazi comuni e supporto educativo prossimale
- HF metropolitano evoluto: per le grandi città, sperimentazione di modelli che integrino housing sparso con alcune unità di co-housing per persone che beneficiano della convivenza con pari
L’integrazione con servizi sanitari e psichiatrici rappresenta un’evoluzione metodologica fondamentale. Sebbene l’HF nasca proprio nell’ambito della salute mentale, in Italia la separazione tra sociale e sanitario ha spesso ostacolato percorsi realmente integrati. Il 2026 vedrà la sperimentazione di:
- Équipe integrate socio-sanitarie: assistenti sociali, psicologi, infermieri, psichiatri che lavorano insieme nei progetti HF, con finanziamenti misti Fondo Povertà e fondi sanitari regionali
- Protocolli operativi DSM-HF: accordi tra Dipartimenti Salute Mentale e progetti Housing First per percorsi preferenziali di presa in carico delle persone con diagnosi psichiatriche senza dimora
- HF e dipendenze: estensione dell’approccio a persone con problematiche di addiction, in linea con il principio di riduzione del danno che caratterizza il modello
- Formazione congiunta: percorsi formativi comuni per operatori sociali e sanitari sui principi HF e sulle modalità di lavoro integrato
Il patrimonio immobiliare confiscato alle mafie rappresenta una risorsa ancora ampiamente sottoutilizzata per finalità sociali. Nel 2026 sono attesi bandi specifici dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati destinati a progetti di housing sociale. La Community HFI si sta attrezzando per rispondere a queste opportunità con:
- Modelli di gestione consortile tra enti del Terzo Settore per immobili di grandi dimensioni
- Progetti che coniugano Housing First e legalità, con percorsi educativi specifici
- Partnership con cooperative sociali per la ristrutturazione e manutenzione degli immobili
- Coinvolgimento di persone in Housing First nelle attività di recupero degli spazi
Scalabilità dei modelli sperimentali nelle aree metropolitane
Il 2025 ha visto Milano emergere come laboratorio di innovazione nelle politiche abitative integrate. Il 2026 sarà l’anno della verifica sul campo di questi modelli e, se i risultati lo confermeranno, della loro replicabilità in altre realtà metropolitane italiane.
Il “Progetto Sistema Abitare”, avviato nel giugno 2025 con i comuni di Gessate, Gorgonzola e Cologno Monzese, rappresenta un cambio di paradigma nella concezione stessa di città metropolitana. Non più solo il capoluogo che fornisce servizi all’hinterland, ma una progettazione integrata multi-comunale che ottimizza risorse e opportunità. Nel 2026 il progetto entrerà nella fase operativa con:
- Rigenerazione spazi residuali lungo M2: trasformazione di aree di risulta dalla costruzione della metropolitana – parcheggi sottoutilizzati, strisce di terreno, edifici dismessi – in housing sociale. Gli interventi prevedono micro-appartamenti a canone sociale, spazi comuni per attività educative e di comunità, servizi di prossimità
- Mobilità integrata: la vicinanza alla M2 garantisce accessibilità a Milano per lavoro e servizi, riducendo i costi abitativi senza isolare territorialmente. Il progetto include abbonamenti agevolati TPL per gli inquilini
- Mix sociale: evitare la ghettizzazione attraverso una composizione eterogenea degli inquilini – non solo emergenza abitativa grave, ma anche giovani coppie, studenti, anziani – creando comunità resilienti
- Servizi di prossimità: ogni intervento include spazi per servizi sociali territoriali, educatori di comunità, sportelli di orientamento al lavoro
Il modello del laboratorio permanente di collaborazione intercomunale che si sta sperimentando nell’area metropolitana milanese potrebbe diventare nel 2026 riferimento per altre realtà. L’idea è creare tavoli tecnici stabili tra comuni contermini che condividano:
- Anagrafe condivisa delle persone in emergenza abitativa
- Pool di alloggi disponibili a rotazione tra i comuni
- Équipe educative sovracomunali che seguono le persone indipendentemente dal comune di residenza
- Progetti di inserimento lavorativo che valorizzino opportunità di tutto il territorio metropolitano
- Economie di scala nella gestione amministrativa e nella manutenzione degli immobili
Le nuove forme di pianificazione e co-gestione integrata sperimentate a Milano nel 2025 prevedono il superamento della logica tradizionale pubblico/privato sociale attraverso modelli di governance condivisa:
- Comitati di pilotaggio con rappresentanti dei comuni, del Terzo Settore, degli inquilini, dei servizi sociali, che prendono decisioni condivise su assegnazioni, gestione, manutenzione
- Budget condiviso: risorse pubbliche (ERP, fondi sociali regionali, Fondo Povertà) e private (fondazioni bancarie, corporate giving, crowdfunding) gestite congiuntamente
- Valutazione partecipata: gli inquilini partecipano alla valutazione della qualità del servizio e propongono miglioramenti
- Accountability pubblica: report periodici accessibili online sui risultati raggiunti, trasparenza completa sull’uso delle risorse
La costruzione “dal basso” della città metropolitana ribalta la logica top-down tradizionale. Non è il capoluogo che decide e i comuni minori che eseguono, ma territori che collaborano alla pari identificando bisogni comuni e soluzioni condivise. Nel 2026 questo approccio potrebbe estendersi ad altre città metropolitane italiane – Torino, Roma, Bologna, Napoli, Bari – con il supporto metodologico del Ministero e la condivisione delle buone pratiche milanesi.
Osservatori regionali permanenti e sistemi di advocacy
L’esperienza del laboratorio “Da che parte stiamo? Il diritto all’abitare” promosso dall’Ordine degli Assistenti Sociali del Trentino Alto Adige (maggio-novembre 2024) ha prodotto un documento di sintesi che è diventato modello per altre realtà regionali. La richiesta di istituire osservatori permanenti sull’emergenza abitativa non è solo una proposta tecnica, ma una ridefinizione del ruolo degli assistenti sociali nella società.
Gli osservatori regionali che potrebbero nascere nel 2026 avrebbero funzioni articolate:
Funzione conoscitiva:
- Monitoraggio sistematico dei bisogni emergenti: raccolta dati non solo quantitativi (numero persone in emergenza) ma qualitativi (tipologie di bisogno, nuovi profili vulnerabilità, cause emergenza)
- Analisi tendenze territoriali: differenze tra aree urbane/rurali, evoluzione mercato immobiliare, impatto politiche nazionali/regionali
- Benchmarking interregionale: confronto tra prassi operative diverse regioni, identificazione best practices
- Ricerche tematiche: approfondimenti su questioni specifiche (es. emergenza abitativa e salute mentale, housing e migrazioni, giovani e casa)
Funzione di raccordo dati multi-istituzionale:
- Integrazione banche dati: connettere dati servizi sociali (SIOSS), UNEP (uffici esecuzioni), tribunali (sfratti), agenzie casa, comuni (ERP)
- Flussi informativi strutturati: protocolli per condivisione dati nel rispetto privacy, creando una visione d’insieme del fenomeno
- Early warning system: sistema di allerta precoce che identifichi aree territoriali o categorie sociali ad alto rischio emergenza abitativa
- Supporto programmazione: fornire a Regioni e ATS dati affidabili per pianificare interventi
Funzione di advocacy strutturata:
- Rappresentanza presso decisori politici: gli assistenti sociali, attraverso gli Ordini, diventano interlocutori qualificati di assessori regionali, consiglieri, parlamentari
- Proposte normative: elaborazione di proposte concrete di leggi regionali, regolamenti, delibere basate sull’evidenza raccolta sul campo
- Campagne di sensibilizzazione: azioni pubbliche per mantenere il tema dell’abitare nell’agenda politica e mediatica
- Alleanze strategiche: collaborazioni con associazioni inquilini, sindacati, movimenti per il diritto alla casa, università, centri ricerca
Funzione formativa e di supporto agli operatori:
- Gruppi di lavoro tematici: spazi di confronto tra AS che operano nell’emergenza abitativa, supervisione tra pari
- Aggiornamenti normativi: informazione tempestiva su novità legislative, decreti, bandi
- Linee guida operative: elaborazione documenti di indirizzo per assistenti sociali su temi specifici
- Repertorio risorse territoriali: mappatura di tutte le risorse disponibili (progetti HF, alloggi emergenza, contributi morosità, ecc.)
Nel 2026 potrebbero partire osservatori pilota in 4-5 regioni (Trentino Alto Adige già in fase avanzata, ipotesi Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Campania), finanziati con quote dei fondi regionali per politiche sociali e con contributi degli Ordini professionali. L’obiettivo è arrivare entro il 2027 a una Rete nazionale osservatori emergenza abitativa coordinata dal CNOAS, che produca annualmente un Report nazionale comparativo.
Digitalizzazione integrata dei servizi e innovazione tecnologica
La digitalizzazione dei servizi sociali non è solo una questione tecnica, ma un’opportunità per ripensare radicalmente processi, relazioni, efficacia degli interventi. Il 2026 vedrà uno sviluppo significativo degli strumenti digitali applicati all’emergenza abitativa, con particolare attenzione a non creare nuove forme di esclusione digitale.
L’estensione delle piattaforme digitali integrate tipo TUTTIXTE rappresenta un’evoluzione significativa. TUTTIXTE, utilizzata con successo da Progetto Arca nel progetto “Casa e oltre”, è una piattaforma che consente di:
- Gestione condivisa multi-ente: tutti i partner della rete (5 organizzazioni nel caso milanese) accedono alle stesse informazioni aggiornate in tempo reale su ogni persona accolta
- Cartella sociale digitale: storia completa della persona, interventi attivati, obiettivi del progetto personalizzato, appuntamenti, documenti
- Monitoraggio esiti: indicatori che tracciano progressi verso autonomia (ricerca lavoro, risparmio, capacità gestionali)
- Alert automatici: notifiche su scadenze importanti (rinnovo contratto, visite mediche, colloqui servizi sociali)
- Reportistica automatizzata: estrazione dati per rendicontazioni ai finanziatori, valutazione impatto, ricerca
Nel 2026 altre reti di housing sociale potrebbero adottare piattaforme simili, creando progressivamente uno standard nazionale per la gestione digitale dell’housing sociale.
L’integrazione del SIOSS con sistemi informativi locali è una sfida tecnica e organizzativa complessa ma fondamentale. Il SIOSS (Sistema Informativo dell’Offerta dei Servizi Sociali) è lo strumento nazionale di raccolta dati, ma spesso rimane scollegato dai gestionali utilizzati quotidianamente dai servizi sociali territoriali. Nel 2026 il Ministero finanzierà progetti pilota di:
- Interoperabilità SIOSS-gestionali locali: connessioni automatiche che evitino duplicazioni di inserimento dati
- API standardizzate: protocolli tecnici che permettano scambio dati tra diversi sistemi nel rispetto della sicurezza
- Formazione operatori: percorsi per assistenti sociali sull’uso corretto e completo del SIOSS
- Semplificazione interfacce: riprogettazione delle schermate SIOSS per renderle più intuitive e meno time-consuming
Gli sportelli online per emergenza abitativa potrebbero diventare nel 2026 realtà in molti comuni medio-grandi. Non si tratta di sostituire la relazione assistente sociale-utente, ma di:
- Primo accesso semplificato: possibilità di fare una prima segnalazione online h24, con successivo contatto da parte del servizio entro 48h
- Informazioni sempre disponibili: sezione FAQ, requisiti per diversi tipi di intervento, modulistica scaricabile, contatti utili
- Prenotazione colloqui: sistema di booking online per ridurre code e tempi di attesa
- Tracking pratica: possibilità per la persona di vedere online a che punto è la propria domanda (istruttoria, valutazione commissione, esito)
- Comunicazioni: invio notifiche via email/SMS per aggiornamenti importanti
Il fascicolo digitale utente condiviso tra enti è probabilmente l’innovazione più ambiziosa e con maggiori implicazioni organizzative e di privacy. L’idea è che una persona in carico contemporaneamente a più servizi (sociale comunale, ASL, centro per l’impiego, progetto del Terzo Settore) abbia un unico fascicolo digitale consultabile – con autorizzazioni graduate – da tutti gli operatori coinvolti. Nel 2026 partiranno sperimentazioni su base volontaria in alcuni ATS, che dovranno risolvere:
- Questioni di privacy: consenso informato della persona, accessi tracciati e controllabili, dati sensibili protetti
- Interoperabilità tecnica: sistemi informativi molto diversi (comunale, sanitario, regionale) che devono dialogare
- Cultura organizzativa: superare resistenze alla condivisione informazioni, definire chi può vedere cosa
- Investimenti: costi di sviluppo software, hardware, formazione
Infine, alcune innovazioni tecnologiche emergenti potrebbero trovare applicazione sperimentale nel 2026:
- Intelligenza artificiale per matching domanda/offerta: algoritmi che suggeriscono l’alloggio più adatto in base a caratteristiche famiglia, esigenze specifiche, vicinanza servizi
- Chatbot per primo orientamento: assistenti virtuali che rispondono 24/7 a domande frequenti, liberando tempo agli operatori per attività relazionali complesse
- App per educazione finanziaria: strumenti digitali che aiutano le persone a monitorare spese, costruire budget, pianificare risparmi
- Realtà virtuale per formazione operatori: simulazioni immersive di situazioni complesse (es. colloquio con persona aggressiva, mediazione conflitto familiare)
Tutte queste innovazioni dovranno essere implementate con un’attenzione costante alla riduzione del digital divide: mantenere sempre accessibili canali tradizionali (sportello fisico, telefono) per chi non ha competenze o strumenti digitali, fornire supporto nell’uso delle tecnologie, non discriminare nell’accesso ai servizi chi è digitalmente escluso.
Il 2026 si configura come anno di sintesi tra le innovazioni sperimentali del 2025 e la necessità di risposte strutturali e scalabili. Per gli assistenti sociali significherà navigare la complessità di sistemi in trasformazione, mantenendo al centro la relazione con le persone e l’impegno per il diritto all’abitare come diritto fondamentale.
Checklist operativa per i professionisti
Conoscenze normative essenziali
- Decreto Interministeriale 2 aprile 2025 e Piano Nazionale 2024-2026
- Legge 178/2020 su contributi assistenti sociali
- D.Lgs. 147/2017 su contrasto alla povertà
- Linee guida MLPS su Quota Servizi e Quota Povertà Estrema
- Normativa regionale specifica su ERP e emergenza abitativa
Strumenti operativi
- Accesso e competenza piattaforma SIOSS
- Conoscenza rete territoriale (pubblico, privato, Terzo Settore)
- Modelli di Patto per l’Inclusione Sociale (PaIS)
- Schede valutazione multidimensionale
- Protocolli locali per emergenza abitativa
Competenze relazionali
- Ascolto attivo e valutazione bisogni complessi
- Mediazione conflitti (familiari, condominiali, istituzionali)
- Lavoro d’équipe multidisciplinare
- Comunicazione con decisori politici e stakeholder
- Empowerment utente e supporto autodeterminazione
Formazione continua
- Crediti formativi annuali su tematiche housing e povertà
- Partecipazione gruppi di lavoro Ordini professionali
- Aggiornamento su progetti innovativi nazionali
- Supervisione casi complessi
Errori comuni da evitare
Nell’approccio all’utenza
- Presupporre “housing readiness”: l’Housing First dimostra che la casa viene prima, non dopo aver risolto altri problemi
- Stereotipi sull’utenza: il nuovo profilo è spesso italiano, lavoratore, con capacità gestionali ma risorse insufficienti
- Sottovalutare aspetto finanziario: l’educazione economica è fondamentale per l’autonomia duratura
- Intervento isolato: la rete territoriale è essenziale, nessun servizio può rispondere da solo
Nella gestione dei progetti
- Confondere emergenza e cronicità: servono risposte diverse per situazioni temporanee vs strutturali
- Non programmare l’uscita: fondamentale progetto di autonomia sin dall’inizio dell’accoglienza
- Mancata rotazione alloggi: blocca risposte a nuove emergenze
- Assenza di monitoraggio: i dati SIOSS sono obbligatori e utili per programmazione
Nella dimensione istituzionale
- Non fare advocacy: l’AS deve portare all’attenzione dei decisori i bisogni emergenti
- Frammentazione interventi: serve coordinamento tra politiche sociali, abitative, economiche
- Sottovalutare coprogettazione: il Terzo Settore è partner essenziale, non mero esecutore
FAQ rapide
Quali sono le principali novità normative del 2025?
Il Decreto Interministeriale 2 aprile 2025 stanzia 3 miliardi per il triennio 2024-2026, introduce contributi strutturali per assunzione assistenti sociali (20.000 euro annui per AS eccedenti rapporto 1:6.500 abitanti) e definisce LEPS per contrasto povertà estrema e servizi ADI.
Cos’è il modello Housing First e perché è innovativo?
Housing First inverte il paradigma tradizionale: offre direttamente un alloggio stabile alle persone senza dimora, con supporto sociosanitario “a partire dalla casa”. Non richiede prerequisiti di “housing readiness”. In 10 anni ha raggiunto 63% di tasso di successo in Italia.
Quali competenze aggiuntive deve sviluppare un AS che lavora sull’emergenza abitativa?
Mediazione abitativa e familiare, coprogrammazione con Terzo Settore, educazione finanziaria, progettazione integrata, lavoro di rete territoriale, advocacy istituzionale, uso piattaforme digitali (SIOSS), monitoraggio dati.
Chi sono oggi le persone che accedono ai servizi di emergenza abitativa?
Prevalentemente persone sole 40-55 anni, cittadinanza italiana, disoccupati o con lavoro precario, senza rete familiare. Spesso ex-lavoratori colpiti da crisi economica, non più principalmente stranieri come si pensava. Causa principale: sfratto per morosità incolpevole.
Come funziona la coprogrammazione tra Comune e Terzo Settore?
È un processo partecipato che coinvolge amministrazione pubblica ed enti del Terzo Settore nella definizione condivisa di obiettivi, strumenti e risorse per rispondere a bisogni sociali. Esempio: Milano con 32 enti per 500 alloggi, definendo insieme target, modalità gestione, criteri assegnazione, percorsi accompagnamento.
Quali progetti posso segnalare all’utenza oltre agli alloggi ERP?
Housing First (progetti in 37 città italiane), progetti coprogettati con Terzo Settore (es. “Casa e oltre” Milano), alloggi temporanei emergenza abitativa comunali, contributi morosità incolpevole regionali, housing sociale, cohousing, affitto a canone concordato.
Come accedere alle risorse del Fondo Povertà per progetti locali?
Attraverso Ambiti Territoriali Sociali che redigono Piani di Azione Locale (PAL) inseriti su piattaforma SIOSS entro scadenze annuali. Le Regioni approvano programmazione e ripartiscono risorse agli ATS secondo indicatori nazionali (60% nuclei ADI, 40% popolazione residente).
Fonti e riferimenti normativi
- Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Decreto Interministeriale 2 aprile 2025, registrato Corte dei Conti 5 maggio 2025 – Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2024-2026 e riparto Fondo Nazionale Politiche Sociali e Fondo Povertà. URL: link ↑
- Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – “Adottato il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2024-2026” (maggio 2025). Comunicato stampa con dettaglio risorse: 3.005.350.253 euro totali triennio, di cui 108.338.844,36 euro prenotati 2025 per contributo assistenti sociali. URL: link ↑
- Fondazione Progetto Arca – Comunicato stampa “Casa e oltre” (21 febbraio 2025). Dettagli progetto: 5 organizzazioni, 42 appartamenti, 280 beneficiari in 2 anni, finanziamento Citi Foundation Global Innovation Challenge. URL: link ↑
- Comune di Milano – “Emergenza abitativa. Al via la coprogrammazione che mette a sistema 500 alloggi pubblici” (13 dicembre 2025). Conferenza stampa Assessorati Welfare e Casa, dettaglio 488 unità immobiliari per 25 anni. URL: link ↑
- fio.PSD – Comunicato stampa “Decennale dell’Housing First in Italia” (6 febbraio 2025). Dati Report Nazionale Monitoraggio 2014-2024: 1.763 persone accolte, 63% tasso successo, 61 membri in 14 regioni e 37 città. Evento Torino 12-13 febbraio 2025. URL: link ↑
- Welforum.it – “La gestione dell’emergenza abitativa” (27 novembre 2024). Analisi ruolo assistenti sociali, risorse attivabili, criticità sistema. URL: link ↑
- Fondazione Nazionale Assistenti Sociali – “Cantieri di Sostenibilità”, percorso formativo coprogrammazione e coprogettazione (novembre 2025 – febbraio 2026). 150 posti gratuiti per AS, finanziato MLPS, progetto Sustainability hub. URL: link ↑
- TV Prato – “Soli, italiani e disoccupati: il profilo di chi ha fatto accesso ai servizi di emergenza abitativa nel 2024” (24 marzo 2025). Analisi 301 schede dicembre 2023 – dicembre 2024: 52,5% nuclei unipersonali, maggioranza italiani, 41% disoccupati. URL: link ↑
- ILT Quotidiano – “Emergenza abitativa, l’ordine degli assistenti sociali: L’assenza di una casa porta a ingiustizia sociale. Si crei un osservatorio” (novembre 2024). Documento Ordine AS Trentino Alto Adige da laboratorio “Da che parte stiamo? Il diritto all’abitare”, richiesta osservatorio regionale. URL: link ↑
- Ministero dell’Interno – Integrazione Migranti – “Emergenza abitativa: il Progetto C.A.S.A. coinvolge nove comuni del Milanese” (4 giugno 2025). Conferenza stampa progetto Comuni per l’Abitare Sostenibile e Accessibile, nuova Agenzia dell’Abitare Sud Est Milano. URL: link ↑
- Comune di Genova – “Accoglienza temporanea per Emergenza Abitativa” (aggiornamento 2025). Servizio online, azioni miglioramento 2025: sviluppo canali digitali e potenziamento coordinamento ARTE. URL: link ↑
- Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – “Linee Guida per l’impiego di Quota Servizi e Quota Povertà Estrema del Fondo Povertà, annualità 2024-2026”. Supporto applicazione Decreto 2 aprile 2025, indicatori riparto, modalità utilizzo risorse. URL: link ↑
- Vita.it – “La ‘Casa e oltre’, a Milano al via la nuova rete dell’housing sociale” (21 febbraio 2025). Approfondimento progetto pilota, ruolo educatore finanziario, equipe multidisciplinare, piattaforma TUTTIXTE. URL: link ↑
- Housing First Europe – “Italy” (22 luglio 2025). Panoramica nazionale: fio.PSD come coordinatore, 61 membri, 14 regioni, valutazioni fedeltà modello in Bologna, Rimini, Siracusa, Verona. URL: link ↑
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie Generale n. 121 del 26 maggio 2025 – Decreto Ministeriale 2 aprile 2025 Piano nazionale interventi e servizi sociali 2024-2026. URL: link ↑
Disclaimer: Questo articolo ha finalità informative e formative per assistenti sociali e operatori del settore. Le informazioni normative sono aggiornate a dicembre 2025. Per applicazioni operative specifiche, consultare sempre le fonti ufficiali citate e gli uffici competenti del proprio territorio.