Assistenti Sociali e Emergenza Abitativa: situazione attuale e focus 2026

Assistenti Sociali e Emergenza Abitativa 2025
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Assistenti Sociali e Emergenza Abitativa: Nuove Competenze e Progetti Innovativi nel 2025

Guida operativa per professionisti: L’emergenza abitativa richiede nuove competenze agli AS — mediazione, coprogrammazione, progettazione integrata. Analisi dei progetti C.A.S.A., Housing First, soluzioni innovative Milano e Genova con focus normativo 2025 e prospettive 2026.

Aggiornato: 16 dicembre 2025 • Servizio Sociale Professionale

Sommario

  • Il Decreto ministeriale 2 aprile 2025 stanzia oltre 3 miliardi di euro per il triennio 2024-2026, con risorse strutturali per l’assunzione di assistenti sociali [1][2].
  • Milano capofila: coprogrammazione tra Welfare e Casa con 500 alloggi pubblici; progetto “Casa e oltre” con 280 beneficiari in 2 anni [3][4].
  • Housing First Italia celebra 10 anni: 1.763 persone accolte, tasso di successo 63%, presenza in 37 città [5].
  • Nuove competenze essenziali: mediazione abitativa, coprogettazione con Terzo Settore, educazione finanziaria, lavoro di rete territoriale [6][7].
  • Profilo emergente: persone sole 40-55 anni, italiane, disoccupate — diverso dallo stereotipo tradizionale dell’utenza fragile [8].
  • Ordini professionali mobilitati: laboratori tematici, documenti di advocacy, richieste di osservatori regionali sull’emergenza abitativa [9].

Quadro normativo 2025: il Decreto Interministeriale

Il Decreto del 2 aprile 2025 del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali rappresenta il principale riferimento normativo per il triennio 2024-2026. L’atto, registrato dalla Corte dei Conti il 5 maggio 2025 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale, adotta il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali e ripartisce risorse complessive per 3.005.350.253 euro [1].

Ripartizione delle risorse

  • Fondo Nazionale Politiche Sociali: 1.192.551.943 euro
  • Fondo Povertà: 1.812.798.310 euro, di cui:
    • 594.677.545 euro per il 2024
    • 601.120.765 euro per il 2025
    • 617.000.000 euro per il 2026

Contributo per assistenti sociali

La Legge 178/2020 (art. 1, commi 797 e seguenti) ha introdotto un livello essenziale delle prestazioni sociale definito da un operatore ogni 5.000 abitanti, con obiettivo di un operatore ogni 4.000 abitanti. Il contributo statale è strutturale e ammonta a:

  • 20.000 euro annui per ogni assistente sociale a tempo indeterminato eccedente il rapporto di 1 ogni 6.500 abitanti
  • Fino al raggiungimento del rapporto di 1 a 4.000 abitanti

Nel 2025 sono state prenotate risorse per 108.338.844,36 euro destinate agli Ambiti Territoriali Sociali per l’assunzione di assistenti sociali [2].

La casa è un diritto fondamentale che consente l’esercizio di altri diritti costituzionali: salute, istruzione, mobilità, sicurezza. L’assenza di una casa porta a ingiustizia sociale e disparità nell’accesso ai servizi essenziali.

Progetti innovativi: Milano, Genova e la rete nazionale

Milano: “Casa e oltre” e la coprogrammazione integrata

A febbraio 2025 è nato “Casa e oltre”, il nuovo sistema integrato di housing sociale milanese sostenuto dalla Citi Foundation con 25 milioni di dollari a livello globale. Il progetto coinvolge 5 organizzazioni con capofila Fondazione Progetto Arca [3]:

  • Fondazione Progetto Arca (capofila)
  • Croce Rossa Milano
  • Fondazione Somaschi
  • Fondazione IBVA
  • Fondazione Casa della Carità

Obiettivi del progetto (2025-2027):

  • 280 persone accolte in 42 appartamenti
  • Percorsi personalizzati di 6-18 mesi
  • Equipe multidisciplinare: educatori, psicologi, assistenti sociali
  • Educazione finanziaria come pilastro dell’autonomia
  • Piattaforma digitale TUTTIXTE per coordinamento interventi

Coprogrammazione Milano: 500 alloggi pubblici

A dicembre 2025, il Comune di Milano ha avviato la prima coprogrammazione congiunta tra Assessorati Welfare e Casa, coinvolgendo 32 enti del Terzo Settore [4]. Il modello prevede:

  • 488 unità immobiliari disponibili per 25 anni:
    • 339 alloggi ERP nel Comune di Milano
    • 143 nell’area metropolitana
    • 6 beni confiscati alla criminalità organizzata
  • Possibilità di aggiungere fino al 50% di alloggi ulteriori
  • Finanziamenti misti: risorse pubbliche, contributi terzi, prestiti agevolati, canoni e rette
  • Target: neomaggiorenni, nuclei in emergenza, famiglie monoparentali, anziani soli, persone con disabilità

Progetto C.A.S.A. – Comuni per l’Abitare Sostenibile e Accessibile

Presentato nel giugno 2025, coinvolge 9 comuni del Sud Est Milano per creare un’Agenzia dell’Abitare condivisa, con focus su rigenerazione del patrimonio pubblico e inclusione sociale [10].

Genova: sistema emergenza abitativa

Il Comune di Genova ha strutturato per il 2025 azioni di miglioramento [11]:

  1. Sviluppo di canali digitali per presentazione domande
  2. Potenziamento coordinamento Comune-ARTE Genova
  3. Commissione Emergenza Abitativa per valutazione domande
  4. Progetti di uscita dagli alloggi per garantire rotazione
  5. Interventi di accompagnamento personalizzato

Housing First Italia: bilancio del decennio

Nel febbraio 2025 a Torino si è celebrato il decennale di Housing First Italia, approccio rivoluzionario che inverte il paradigma tradizionale: la casa prima, non dopo aver risolto le altre problematiche [5].

Dati del Report Nazionale 2014-2024

  • 1.763 persone accolte nei progetti della Community HFI
  • Composizione: 65,1% uomini, 34,6% donne, 0,3% persone LGBTQI+
  • Cittadinanza: 61,2% italiani, 33,8% extra UE, 5% UE
  • Età media: 47 anni
  • Tasso di successo 63%: raggiunta indipendenza economica, lavorativa e/o abitativa
  • Solo 11% abbandono volontario o trasferimento per fine finanziamenti

La rete nazionale

La Community Housing First Italia, coordinata da fio.PSD, conta attualmente:

  • 61 membri in 14 regioni
  • Presenza in 37 città
  • Prevalenza al Nord Italia
  • Formazione, coaching e supervisione continua

Gli 8 principi guida

  1. Abitare è un diritto umano
  2. Diritto di scelta e controllo dei partecipanti
  3. Distinzione tra abitare e trattamento terapeutico
  4. Orientamento al Recovery
  5. Riduzione del danno
  6. Coinvolgimento attivo e non coercitivo
  7. Progettazione centrata sulla persona
  8. Supporto flessibile per tutto il tempo necessario

Nuove competenze per gli assistenti sociali

L’evoluzione dell’emergenza abitativa richiede agli assistenti sociali l’acquisizione di competenze specialistiche che vanno oltre il servizio sociale tradizionale [6][7].

Competenze tecniche emergenti

1. Mediazione abitativa e relazionale

  • Gestione conflitti con proprietari e amministratori
  • Mediazione familiare in situazioni di alta conflittualità
  • Coordinamento genitoriale (nuovo profilo in sviluppo)
  • Formazione attraverso Master specifici (200-400 ore)

2. Coprogrammazione e coprogettazione

  • Lavoro integrato con Terzo Settore
  • Progettazione di reti territoriali
  • Stesura Piani di Azione Locale (PAL) per Fondo Povertà
  • Monitoraggio dati su piattaforma SIOSS

3. Educazione finanziaria

  • Supporto alla gestione del bilancio familiare
  • Piani di risparmio personalizzati
  • Consulenza per accesso a strumenti finanziari
  • Percorsi verso l’autonomia economica

4. Lavoro di rete e advocacy

  • Attivazione risorse territoriali pubbliche e private
  • Portavoce dei diritti presso decisori politici
  • Promozione cambiamento sistemico
  • Partecipazione a osservatori regionali e nazionali

Formazione continua: offerta 2025-2026

Gli Ordini professionali hanno autorizzato diversi percorsi formativi per il biennio 2025-2026:

  • Master in Mediazione Familiare e Giustizia Riparativa (300-400 ore)
  • Percorso “Cantieri di Sostenibilità” su coprogrammazione e innovazione territoriale (150 posti gratuiti, novembre 2025 – febbraio 2026)
  • Supervisione professionale e costruzione LEPS (webinar CNOAS-MLPS, novembre-dicembre 2025)
  • Formazione Housing First attraverso fio.PSD

Il nuovo profilo dell’utenza in emergenza abitativa

I dati raccolti nel 2024 da diversi territori italiani rivelano un cambiamento significativo nel profilo delle persone che accedono ai servizi di emergenza abitativa [8].

Prato: analisi 301 nuclei (dicembre 2023 – dicembre 2024)

  • 52,5% nuclei unipersonali: persone sole tra 40-55 anni
  • Maggioranza di cittadinanza italiana (non più stranieri come si pensava)
  • 41% disoccupati, 11% inattivi
  • 56,6% nuclei senza redditi da lavoro
  • 41% con componente disoccupato da oltre 6 mesi
  • 38% con reddito totalmente da sostegni pubblici
  • Causa principale: sfratto per morosità incolpevole
  • Difficoltà: impossibilità di pagare mutuo/affitto + spese accessorie

Caratteristiche comuni

Le ricerche territoriali convergono su alcuni elementi:

  • Persone che hanno vissuto in famiglia e dopo la morte dei genitori si ritrovano sole
  • Assenza di rete sociale e familiare adeguata
  • Stabilità lavorativa precaria o perduta
  • Situazioni di povertà relativa più che assoluta
  • Capacità gestionali presenti ma risorse insufficienti
“È emerso un quadro inaspettato che mostra un cambiamento dell’emergenza abitativa. Il problema più grosso sono i nostri cittadini che per qualche motivo si trovano soli e senza dimora e possibilità economica” — Rosanna Sciumbata, Presidente Commissione Prato.

Prospettive e sviluppi per il 2026

Il 2026 si configura come un anno cruciale per il consolidamento e l’evoluzione delle politiche abitative integrate con i servizi sociali. Le sperimentazioni avviate nel 2025, i risultati del decennale Housing First e l’attuazione progressiva del Piano nazionale 2024-2026 convergono verso una fase di maturazione che richiederà agli assistenti sociali un ulteriore salto qualitativo nelle competenze e nell’approccio professionale.

Le prospettive si articolano su cinque direttrici principali che rappresentano altrettante sfide e opportunità per la professione: il consolidamento del quadro normativo con la definizione operativa dei LEPS, l’espansione territoriale e metodologica dell’approccio Housing First, la scalabilità dei modelli sperimentali nelle aree metropolitane, l’istituzione di sistemi permanenti di monitoraggio e advocacy, e la digitalizzazione integrata dei servizi.

Consolidamento normativo e attuazione dei LEPS

Il 2026 rappresenterà l’anno centrale del triennio di programmazione definito dal Decreto del 2 aprile 2025, un momento in cui le previsioni normative dovranno tradursi in pratiche operative standardizzate su tutto il territorio nazionale. La sfida principale riguarda il passaggio dalla programmazione all’implementazione effettiva dei Livelli Essenziali delle Prestazioni Sociali (LEPS) specificamente dedicati all’emergenza abitativa.

Le Linee guida nazionali LEPS per l’emergenza abitativa, la cui emanazione è attesa per i primi mesi del 2026, dovranno fornire agli Ambiti Territoriali Sociali indicazioni operative dettagliate su:

  • Standard minimi di accoglienza: caratteristiche qualitative degli alloggi di emergenza, rapporti numerici operatori/utenti, tempi massimi di risposta alle segnalazioni, durata dei percorsi di accoglienza temporanea
  • Profili professionali coinvolti: composizione minima delle équipe multidisciplinari, ruoli e competenze specifiche richieste, percorsi formativi obbligatori per operatori dell’emergenza abitativa
  • Criteri di accesso uniformi: definizione nazionale di “emergenza abitativa” con parametri oggettivi, priorità di accesso basate su vulnerabilità standardizzate, procedure di valutazione multidimensionale condivise
  • Indicatori di qualità e monitoraggio: sistemi di raccolta dati omogenei, indicatori di esito dei percorsi di autonomia, strumenti di valutazione dell’efficacia degli interventi
  • Integrazione socio-sanitaria: protocolli operativi per la presa in carico integrata di persone con problematiche complesse, raccordi con servizi psichiatrici e delle dipendenze, modalità di attivazione della rete territoriale

L’attuazione completa del Decreto 2 aprile 2025 prevede per il 2026 il secondo anno di monitoraggio triennale, con particolare attenzione alla verifica dell’utilizzo effettivo delle risorse assegnate. Gli Ambiti Territoriali dovranno rendicontare attraverso la piattaforma SIOSS non solo i dati quantitativi di spesa, ma anche gli esiti qualitativi degli interventi: percentuali di persone che hanno raggiunto l’autonomia abitativa, tempi medi dei percorsi, tassi di rientro in emergenza, livelli di soddisfazione degli utenti.

Un nodo cruciale riguarda la definizione degli standard organizzativi degli Ambiti Territoriali Sociali. Il Ministero sta lavorando a linee guida che specifichino dotazioni minime in termini di personale (con particolare riferimento al rapporto assistenti sociali/popolazione previsto dalla Legge 178/2020), strumenti operativi, sistemi informativi, spazi fisici dedicati. Questa standardizzazione mira a ridurre le forti disparità territoriali attualmente esistenti, garantendo omogeneità nell’accesso ai servizi su tutto il territorio nazionale.

L’elemento più innovativo atteso per il 2026 riguarda l’integrazione sistemica tra politiche abitative, sociali ed economiche. Il modello tradizionale di separazione tra assessorati e competenze ha dimostrato tutti i suoi limiti: le politiche abitative gestite separatamente dai servizi sociali producono alloggi senza accompagnamento, mentre i servizi sociali senza un reale coordinamento con le politiche della casa possono solo tamponare emergenze senza prospettive di soluzione strutturale. Le sperimentazioni di coprogrammazione avviate a Milano nel 2025 dovrebbero diventare modello replicabile, con protocolli operativi che definiscano:

  • Cabine di regia permanenti tra assessorati competenti
  • Flussi informativi integrati tra diversi sistemi
  • Procedure condivise per assegnazione alloggi con presa in carico sociale
  • Criteri di programmazione congiunta degli interventi
  • Modalità di coinvolgimento strutturato del Terzo Settore

Evoluzione e consolidamento dell’approccio Housing First

Il decennale celebrato a Torino nel febbraio 2025 ha rappresentato per la Community Housing First Italia non solo un momento di bilancio, ma soprattutto l’occasione per ridefinire strategie e obiettivi per il prossimo quinquennio. I dati del Report Nazionale 2014-2024 – 1.763 persone accolte con un tasso di successo del 63% – hanno validato l’efficacia dell’approccio, ma hanno anche evidenziato alcune criticità che il 2026 dovrà affrontare.

L’espansione geografica al Centro-Sud Italia rappresenta la priorità strategica principale. Attualmente la Community HFI conta 61 membri distribuiti in 14 regioni, ma con una netta prevalenza al Nord (circa il 70% dei progetti). Questa concentrazione geografica non rispecchia la distribuzione reale del bisogno abitativo nazionale. Nel 2026 sono previste azioni specifiche per favorire lo sviluppo di progetti nelle regioni meridionali:

  • Programmi di accompagnamento territoriale: fio.PSD metterà a disposizione coach e supervisori esperti per supportare nuovi enti del Centro-Sud nella fase di avvio dei progetti
  • Accordi con Regioni: protocolli specifici con Campania, Puglia, Sicilia, Calabria per destinare quote del Fondo Povertà a progetti HF sperimentali
  • Formazione territoriale: percorsi formativi decentrati per operatori e decisori locali, con testimonianze di progetti già consolidati
  • Adattamenti metodologici: studio di varianti del modello HF che tengano conto delle specificità socio-economiche e del mercato immobiliare del Meridione

La differenziazione dei modelli Housing First per contesti urbani e rurali emerge come necessità da molteplici evidenze. Il modello standard HF, nato in contesti metropolitani nordamericani ed europei, presuppone disponibilità di alloggi sparsi nel tessuto urbano, servizi territoriali accessibili, mobilità pubblica funzionante, mercato del lavoro dinamico. Questi presupposti non sempre si verificano nei contesti rurali o nei piccoli centri. Nel 2026 la Community HFI svilupperà:

  • HF rurale: adattamenti che prevedano alloggi più distanti dai servizi ma con supporto domiciliare intensificato, uso di tecnologie per telemedicina e teleconsulenza, coinvolgimento proattivo delle comunità locali
  • HF per piccoli centri: modelli che valorizzino il patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato (ex scuole, caserme, edifici comunali), creando mini-comunità abitative con spazi comuni e supporto educativo prossimale
  • HF metropolitano evoluto: per le grandi città, sperimentazione di modelli che integrino housing sparso con alcune unità di co-housing per persone che beneficiano della convivenza con pari

L’integrazione con servizi sanitari e psichiatrici rappresenta un’evoluzione metodologica fondamentale. Sebbene l’HF nasca proprio nell’ambito della salute mentale, in Italia la separazione tra sociale e sanitario ha spesso ostacolato percorsi realmente integrati. Il 2026 vedrà la sperimentazione di:

  • Équipe integrate socio-sanitarie: assistenti sociali, psicologi, infermieri, psichiatri che lavorano insieme nei progetti HF, con finanziamenti misti Fondo Povertà e fondi sanitari regionali
  • Protocolli operativi DSM-HF: accordi tra Dipartimenti Salute Mentale e progetti Housing First per percorsi preferenziali di presa in carico delle persone con diagnosi psichiatriche senza dimora
  • HF e dipendenze: estensione dell’approccio a persone con problematiche di addiction, in linea con il principio di riduzione del danno che caratterizza il modello
  • Formazione congiunta: percorsi formativi comuni per operatori sociali e sanitari sui principi HF e sulle modalità di lavoro integrato

Il patrimonio immobiliare confiscato alle mafie rappresenta una risorsa ancora ampiamente sottoutilizzata per finalità sociali. Nel 2026 sono attesi bandi specifici dell’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati destinati a progetti di housing sociale. La Community HFI si sta attrezzando per rispondere a queste opportunità con:

  • Modelli di gestione consortile tra enti del Terzo Settore per immobili di grandi dimensioni
  • Progetti che coniugano Housing First e legalità, con percorsi educativi specifici
  • Partnership con cooperative sociali per la ristrutturazione e manutenzione degli immobili
  • Coinvolgimento di persone in Housing First nelle attività di recupero degli spazi

Scalabilità dei modelli sperimentali nelle aree metropolitane

Il 2025 ha visto Milano emergere come laboratorio di innovazione nelle politiche abitative integrate. Il 2026 sarà l’anno della verifica sul campo di questi modelli e, se i risultati lo confermeranno, della loro replicabilità in altre realtà metropolitane italiane.

Il “Progetto Sistema Abitare”, avviato nel giugno 2025 con i comuni di Gessate, Gorgonzola e Cologno Monzese, rappresenta un cambio di paradigma nella concezione stessa di città metropolitana. Non più solo il capoluogo che fornisce servizi all’hinterland, ma una progettazione integrata multi-comunale che ottimizza risorse e opportunità. Nel 2026 il progetto entrerà nella fase operativa con:

  • Rigenerazione spazi residuali lungo M2: trasformazione di aree di risulta dalla costruzione della metropolitana – parcheggi sottoutilizzati, strisce di terreno, edifici dismessi – in housing sociale. Gli interventi prevedono micro-appartamenti a canone sociale, spazi comuni per attività educative e di comunità, servizi di prossimità
  • Mobilità integrata: la vicinanza alla M2 garantisce accessibilità a Milano per lavoro e servizi, riducendo i costi abitativi senza isolare territorialmente. Il progetto include abbonamenti agevolati TPL per gli inquilini
  • Mix sociale: evitare la ghettizzazione attraverso una composizione eterogenea degli inquilini – non solo emergenza abitativa grave, ma anche giovani coppie, studenti, anziani – creando comunità resilienti
  • Servizi di prossimità: ogni intervento include spazi per servizi sociali territoriali, educatori di comunità, sportelli di orientamento al lavoro

Il modello del laboratorio permanente di collaborazione intercomunale che si sta sperimentando nell’area metropolitana milanese potrebbe diventare nel 2026 riferimento per altre realtà. L’idea è creare tavoli tecnici stabili tra comuni contermini che condividano:

  • Anagrafe condivisa delle persone in emergenza abitativa
  • Pool di alloggi disponibili a rotazione tra i comuni
  • Équipe educative sovracomunali che seguono le persone indipendentemente dal comune di residenza
  • Progetti di inserimento lavorativo che valorizzino opportunità di tutto il territorio metropolitano
  • Economie di scala nella gestione amministrativa e nella manutenzione degli immobili

Le nuove forme di pianificazione e co-gestione integrata sperimentate a Milano nel 2025 prevedono il superamento della logica tradizionale pubblico/privato sociale attraverso modelli di governance condivisa:

  • Comitati di pilotaggio con rappresentanti dei comuni, del Terzo Settore, degli inquilini, dei servizi sociali, che prendono decisioni condivise su assegnazioni, gestione, manutenzione
  • Budget condiviso: risorse pubbliche (ERP, fondi sociali regionali, Fondo Povertà) e private (fondazioni bancarie, corporate giving, crowdfunding) gestite congiuntamente
  • Valutazione partecipata: gli inquilini partecipano alla valutazione della qualità del servizio e propongono miglioramenti
  • Accountability pubblica: report periodici accessibili online sui risultati raggiunti, trasparenza completa sull’uso delle risorse

La costruzione “dal basso” della città metropolitana ribalta la logica top-down tradizionale. Non è il capoluogo che decide e i comuni minori che eseguono, ma territori che collaborano alla pari identificando bisogni comuni e soluzioni condivise. Nel 2026 questo approccio potrebbe estendersi ad altre città metropolitane italiane – Torino, Roma, Bologna, Napoli, Bari – con il supporto metodologico del Ministero e la condivisione delle buone pratiche milanesi.

Osservatori regionali permanenti e sistemi di advocacy

L’esperienza del laboratorio “Da che parte stiamo? Il diritto all’abitare” promosso dall’Ordine degli Assistenti Sociali del Trentino Alto Adige (maggio-novembre 2024) ha prodotto un documento di sintesi che è diventato modello per altre realtà regionali. La richiesta di istituire osservatori permanenti sull’emergenza abitativa non è solo una proposta tecnica, ma una ridefinizione del ruolo degli assistenti sociali nella società.

Gli osservatori regionali che potrebbero nascere nel 2026 avrebbero funzioni articolate:

Funzione conoscitiva:

  • Monitoraggio sistematico dei bisogni emergenti: raccolta dati non solo quantitativi (numero persone in emergenza) ma qualitativi (tipologie di bisogno, nuovi profili vulnerabilità, cause emergenza)
  • Analisi tendenze territoriali: differenze tra aree urbane/rurali, evoluzione mercato immobiliare, impatto politiche nazionali/regionali
  • Benchmarking interregionale: confronto tra prassi operative diverse regioni, identificazione best practices
  • Ricerche tematiche: approfondimenti su questioni specifiche (es. emergenza abitativa e salute mentale, housing e migrazioni, giovani e casa)

Funzione di raccordo dati multi-istituzionale:

  • Integrazione banche dati: connettere dati servizi sociali (SIOSS), UNEP (uffici esecuzioni), tribunali (sfratti), agenzie casa, comuni (ERP)
  • Flussi informativi strutturati: protocolli per condivisione dati nel rispetto privacy, creando una visione d’insieme del fenomeno
  • Early warning system: sistema di allerta precoce che identifichi aree territoriali o categorie sociali ad alto rischio emergenza abitativa
  • Supporto programmazione: fornire a Regioni e ATS dati affidabili per pianificare interventi

Funzione di advocacy strutturata:

  • Rappresentanza presso decisori politici: gli assistenti sociali, attraverso gli Ordini, diventano interlocutori qualificati di assessori regionali, consiglieri, parlamentari
  • Proposte normative: elaborazione di proposte concrete di leggi regionali, regolamenti, delibere basate sull’evidenza raccolta sul campo
  • Campagne di sensibilizzazione: azioni pubbliche per mantenere il tema dell’abitare nell’agenda politica e mediatica
  • Alleanze strategiche: collaborazioni con associazioni inquilini, sindacati, movimenti per il diritto alla casa, università, centri ricerca

Funzione formativa e di supporto agli operatori:

  • Gruppi di lavoro tematici: spazi di confronto tra AS che operano nell’emergenza abitativa, supervisione tra pari
  • Aggiornamenti normativi: informazione tempestiva su novità legislative, decreti, bandi
  • Linee guida operative: elaborazione documenti di indirizzo per assistenti sociali su temi specifici
  • Repertorio risorse territoriali: mappatura di tutte le risorse disponibili (progetti HF, alloggi emergenza, contributi morosità, ecc.)

Nel 2026 potrebbero partire osservatori pilota in 4-5 regioni (Trentino Alto Adige già in fase avanzata, ipotesi Lombardia, Emilia-Romagna, Toscana, Campania), finanziati con quote dei fondi regionali per politiche sociali e con contributi degli Ordini professionali. L’obiettivo è arrivare entro il 2027 a una Rete nazionale osservatori emergenza abitativa coordinata dal CNOAS, che produca annualmente un Report nazionale comparativo.

Digitalizzazione integrata dei servizi e innovazione tecnologica

La digitalizzazione dei servizi sociali non è solo una questione tecnica, ma un’opportunità per ripensare radicalmente processi, relazioni, efficacia degli interventi. Il 2026 vedrà uno sviluppo significativo degli strumenti digitali applicati all’emergenza abitativa, con particolare attenzione a non creare nuove forme di esclusione digitale.

L’estensione delle piattaforme digitali integrate tipo TUTTIXTE rappresenta un’evoluzione significativa. TUTTIXTE, utilizzata con successo da Progetto Arca nel progetto “Casa e oltre”, è una piattaforma che consente di:

  • Gestione condivisa multi-ente: tutti i partner della rete (5 organizzazioni nel caso milanese) accedono alle stesse informazioni aggiornate in tempo reale su ogni persona accolta
  • Cartella sociale digitale: storia completa della persona, interventi attivati, obiettivi del progetto personalizzato, appuntamenti, documenti
  • Monitoraggio esiti: indicatori che tracciano progressi verso autonomia (ricerca lavoro, risparmio, capacità gestionali)
  • Alert automatici: notifiche su scadenze importanti (rinnovo contratto, visite mediche, colloqui servizi sociali)
  • Reportistica automatizzata: estrazione dati per rendicontazioni ai finanziatori, valutazione impatto, ricerca

Nel 2026 altre reti di housing sociale potrebbero adottare piattaforme simili, creando progressivamente uno standard nazionale per la gestione digitale dell’housing sociale.

L’integrazione del SIOSS con sistemi informativi locali è una sfida tecnica e organizzativa complessa ma fondamentale. Il SIOSS (Sistema Informativo dell’Offerta dei Servizi Sociali) è lo strumento nazionale di raccolta dati, ma spesso rimane scollegato dai gestionali utilizzati quotidianamente dai servizi sociali territoriali. Nel 2026 il Ministero finanzierà progetti pilota di:

  • Interoperabilità SIOSS-gestionali locali: connessioni automatiche che evitino duplicazioni di inserimento dati
  • API standardizzate: protocolli tecnici che permettano scambio dati tra diversi sistemi nel rispetto della sicurezza
  • Formazione operatori: percorsi per assistenti sociali sull’uso corretto e completo del SIOSS
  • Semplificazione interfacce: riprogettazione delle schermate SIOSS per renderle più intuitive e meno time-consuming

Gli sportelli online per emergenza abitativa potrebbero diventare nel 2026 realtà in molti comuni medio-grandi. Non si tratta di sostituire la relazione assistente sociale-utente, ma di:

  • Primo accesso semplificato: possibilità di fare una prima segnalazione online h24, con successivo contatto da parte del servizio entro 48h
  • Informazioni sempre disponibili: sezione FAQ, requisiti per diversi tipi di intervento, modulistica scaricabile, contatti utili
  • Prenotazione colloqui: sistema di booking online per ridurre code e tempi di attesa
  • Tracking pratica: possibilità per la persona di vedere online a che punto è la propria domanda (istruttoria, valutazione commissione, esito)
  • Comunicazioni: invio notifiche via email/SMS per aggiornamenti importanti

Il fascicolo digitale utente condiviso tra enti è probabilmente l’innovazione più ambiziosa e con maggiori implicazioni organizzative e di privacy. L’idea è che una persona in carico contemporaneamente a più servizi (sociale comunale, ASL, centro per l’impiego, progetto del Terzo Settore) abbia un unico fascicolo digitale consultabile – con autorizzazioni graduate – da tutti gli operatori coinvolti. Nel 2026 partiranno sperimentazioni su base volontaria in alcuni ATS, che dovranno risolvere:

  • Questioni di privacy: consenso informato della persona, accessi tracciati e controllabili, dati sensibili protetti
  • Interoperabilità tecnica: sistemi informativi molto diversi (comunale, sanitario, regionale) che devono dialogare
  • Cultura organizzativa: superare resistenze alla condivisione informazioni, definire chi può vedere cosa
  • Investimenti: costi di sviluppo software, hardware, formazione

Infine, alcune innovazioni tecnologiche emergenti potrebbero trovare applicazione sperimentale nel 2026:

  • Intelligenza artificiale per matching domanda/offerta: algoritmi che suggeriscono l’alloggio più adatto in base a caratteristiche famiglia, esigenze specifiche, vicinanza servizi
  • Chatbot per primo orientamento: assistenti virtuali che rispondono 24/7 a domande frequenti, liberando tempo agli operatori per attività relazionali complesse
  • App per educazione finanziaria: strumenti digitali che aiutano le persone a monitorare spese, costruire budget, pianificare risparmi
  • Realtà virtuale per formazione operatori: simulazioni immersive di situazioni complesse (es. colloquio con persona aggressiva, mediazione conflitto familiare)

Tutte queste innovazioni dovranno essere implementate con un’attenzione costante alla riduzione del digital divide: mantenere sempre accessibili canali tradizionali (sportello fisico, telefono) per chi non ha competenze o strumenti digitali, fornire supporto nell’uso delle tecnologie, non discriminare nell’accesso ai servizi chi è digitalmente escluso.

Il 2026 si configura come anno di sintesi tra le innovazioni sperimentali del 2025 e la necessità di risposte strutturali e scalabili. Per gli assistenti sociali significherà navigare la complessità di sistemi in trasformazione, mantenendo al centro la relazione con le persone e l’impegno per il diritto all’abitare come diritto fondamentale.

Checklist operativa per i professionisti

Conoscenze normative essenziali

  • Decreto Interministeriale 2 aprile 2025 e Piano Nazionale 2024-2026
  • Legge 178/2020 su contributi assistenti sociali
  • D.Lgs. 147/2017 su contrasto alla povertà
  • Linee guida MLPS su Quota Servizi e Quota Povertà Estrema
  • Normativa regionale specifica su ERP e emergenza abitativa

Strumenti operativi

  • Accesso e competenza piattaforma SIOSS
  • Conoscenza rete territoriale (pubblico, privato, Terzo Settore)
  • Modelli di Patto per l’Inclusione Sociale (PaIS)
  • Schede valutazione multidimensionale
  • Protocolli locali per emergenza abitativa

Competenze relazionali

  • Ascolto attivo e valutazione bisogni complessi
  • Mediazione conflitti (familiari, condominiali, istituzionali)
  • Lavoro d’équipe multidisciplinare
  • Comunicazione con decisori politici e stakeholder
  • Empowerment utente e supporto autodeterminazione

Formazione continua

  • Crediti formativi annuali su tematiche housing e povertà
  • Partecipazione gruppi di lavoro Ordini professionali
  • Aggiornamento su progetti innovativi nazionali
  • Supervisione casi complessi

Errori comuni da evitare

Nell’approccio all’utenza

  • Presupporre “housing readiness”: l’Housing First dimostra che la casa viene prima, non dopo aver risolto altri problemi
  • Stereotipi sull’utenza: il nuovo profilo è spesso italiano, lavoratore, con capacità gestionali ma risorse insufficienti
  • Sottovalutare aspetto finanziario: l’educazione economica è fondamentale per l’autonomia duratura
  • Intervento isolato: la rete territoriale è essenziale, nessun servizio può rispondere da solo

Nella gestione dei progetti

  • Confondere emergenza e cronicità: servono risposte diverse per situazioni temporanee vs strutturali
  • Non programmare l’uscita: fondamentale progetto di autonomia sin dall’inizio dell’accoglienza
  • Mancata rotazione alloggi: blocca risposte a nuove emergenze
  • Assenza di monitoraggio: i dati SIOSS sono obbligatori e utili per programmazione

Nella dimensione istituzionale

  • Non fare advocacy: l’AS deve portare all’attenzione dei decisori i bisogni emergenti
  • Frammentazione interventi: serve coordinamento tra politiche sociali, abitative, economiche
  • Sottovalutare coprogettazione: il Terzo Settore è partner essenziale, non mero esecutore

FAQ rapide

Quali sono le principali novità normative del 2025?

Il Decreto Interministeriale 2 aprile 2025 stanzia 3 miliardi per il triennio 2024-2026, introduce contributi strutturali per assunzione assistenti sociali (20.000 euro annui per AS eccedenti rapporto 1:6.500 abitanti) e definisce LEPS per contrasto povertà estrema e servizi ADI.

Cos’è il modello Housing First e perché è innovativo?

Housing First inverte il paradigma tradizionale: offre direttamente un alloggio stabile alle persone senza dimora, con supporto sociosanitario “a partire dalla casa”. Non richiede prerequisiti di “housing readiness”. In 10 anni ha raggiunto 63% di tasso di successo in Italia.

Quali competenze aggiuntive deve sviluppare un AS che lavora sull’emergenza abitativa?

Mediazione abitativa e familiare, coprogrammazione con Terzo Settore, educazione finanziaria, progettazione integrata, lavoro di rete territoriale, advocacy istituzionale, uso piattaforme digitali (SIOSS), monitoraggio dati.

Chi sono oggi le persone che accedono ai servizi di emergenza abitativa?

Prevalentemente persone sole 40-55 anni, cittadinanza italiana, disoccupati o con lavoro precario, senza rete familiare. Spesso ex-lavoratori colpiti da crisi economica, non più principalmente stranieri come si pensava. Causa principale: sfratto per morosità incolpevole.

Come funziona la coprogrammazione tra Comune e Terzo Settore?

È un processo partecipato che coinvolge amministrazione pubblica ed enti del Terzo Settore nella definizione condivisa di obiettivi, strumenti e risorse per rispondere a bisogni sociali. Esempio: Milano con 32 enti per 500 alloggi, definendo insieme target, modalità gestione, criteri assegnazione, percorsi accompagnamento.

Quali progetti posso segnalare all’utenza oltre agli alloggi ERP?

Housing First (progetti in 37 città italiane), progetti coprogettati con Terzo Settore (es. “Casa e oltre” Milano), alloggi temporanei emergenza abitativa comunali, contributi morosità incolpevole regionali, housing sociale, cohousing, affitto a canone concordato.

Come accedere alle risorse del Fondo Povertà per progetti locali?

Attraverso Ambiti Territoriali Sociali che redigono Piani di Azione Locale (PAL) inseriti su piattaforma SIOSS entro scadenze annuali. Le Regioni approvano programmazione e ripartiscono risorse agli ATS secondo indicatori nazionali (60% nuclei ADI, 40% popolazione residente).

Fonti e riferimenti normativi

  1. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – Decreto Interministeriale 2 aprile 2025, registrato Corte dei Conti 5 maggio 2025 – Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2024-2026 e riparto Fondo Nazionale Politiche Sociali e Fondo Povertà. URL: link
  2. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – “Adottato il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2024-2026” (maggio 2025). Comunicato stampa con dettaglio risorse: 3.005.350.253 euro totali triennio, di cui 108.338.844,36 euro prenotati 2025 per contributo assistenti sociali. URL: link
  3. Fondazione Progetto Arca – Comunicato stampa “Casa e oltre” (21 febbraio 2025). Dettagli progetto: 5 organizzazioni, 42 appartamenti, 280 beneficiari in 2 anni, finanziamento Citi Foundation Global Innovation Challenge. URL: link
  4. Comune di Milano – “Emergenza abitativa. Al via la coprogrammazione che mette a sistema 500 alloggi pubblici” (13 dicembre 2025). Conferenza stampa Assessorati Welfare e Casa, dettaglio 488 unità immobiliari per 25 anni. URL: link
  5. fio.PSD – Comunicato stampa “Decennale dell’Housing First in Italia” (6 febbraio 2025). Dati Report Nazionale Monitoraggio 2014-2024: 1.763 persone accolte, 63% tasso successo, 61 membri in 14 regioni e 37 città. Evento Torino 12-13 febbraio 2025. URL: link
  6. Welforum.it – “La gestione dell’emergenza abitativa” (27 novembre 2024). Analisi ruolo assistenti sociali, risorse attivabili, criticità sistema. URL: link
  7. Fondazione Nazionale Assistenti Sociali – “Cantieri di Sostenibilità”, percorso formativo coprogrammazione e coprogettazione (novembre 2025 – febbraio 2026). 150 posti gratuiti per AS, finanziato MLPS, progetto Sustainability hub. URL: link
  8. TV Prato – “Soli, italiani e disoccupati: il profilo di chi ha fatto accesso ai servizi di emergenza abitativa nel 2024” (24 marzo 2025). Analisi 301 schede dicembre 2023 – dicembre 2024: 52,5% nuclei unipersonali, maggioranza italiani, 41% disoccupati. URL: link
  9. ILT Quotidiano – “Emergenza abitativa, l’ordine degli assistenti sociali: L’assenza di una casa porta a ingiustizia sociale. Si crei un osservatorio” (novembre 2024). Documento Ordine AS Trentino Alto Adige da laboratorio “Da che parte stiamo? Il diritto all’abitare”, richiesta osservatorio regionale. URL: link
  10. Ministero dell’Interno – Integrazione Migranti – “Emergenza abitativa: il Progetto C.A.S.A. coinvolge nove comuni del Milanese” (4 giugno 2025). Conferenza stampa progetto Comuni per l’Abitare Sostenibile e Accessibile, nuova Agenzia dell’Abitare Sud Est Milano. URL: link
  11. Comune di Genova – “Accoglienza temporanea per Emergenza Abitativa” (aggiornamento 2025). Servizio online, azioni miglioramento 2025: sviluppo canali digitali e potenziamento coordinamento ARTE. URL: link
  12. Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – “Linee Guida per l’impiego di Quota Servizi e Quota Povertà Estrema del Fondo Povertà, annualità 2024-2026”. Supporto applicazione Decreto 2 aprile 2025, indicatori riparto, modalità utilizzo risorse. URL: link
  13. Vita.it – “La ‘Casa e oltre’, a Milano al via la nuova rete dell’housing sociale” (21 febbraio 2025). Approfondimento progetto pilota, ruolo educatore finanziario, equipe multidisciplinare, piattaforma TUTTIXTE. URL: link
  14. Housing First Europe – “Italy” (22 luglio 2025). Panoramica nazionale: fio.PSD come coordinatore, 61 membri, 14 regioni, valutazioni fedeltà modello in Bologna, Rimini, Siracusa, Verona. URL: link
  15. Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – Serie Generale n. 121 del 26 maggio 2025 – Decreto Ministeriale 2 aprile 2025 Piano nazionale interventi e servizi sociali 2024-2026. URL: link

Disclaimer: Questo articolo ha finalità informative e formative per assistenti sociali e operatori del settore. Le informazioni normative sono aggiornate a dicembre 2025. Per applicazioni operative specifiche, consultare sempre le fonti ufficiali citate e gli uffici competenti del proprio territorio.

CCII – focus 2026

Codice della Crisi d’Impresa 2026: Cosa Deve Sapere il Praticante Commercialista per l’Esame di Stato e la Carriera

Dalla Teoria alla Pratica: Preparati all’Esame 2026
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Una Materia Strategica per l’Esame e per il Futuro Professionale

Il Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza (D.Lgs. 14/2019), entrato in vigore il 15 luglio 2022 e perfezionato attraverso tre successivi correttivi – l’ultimo dei quali, il D.Lgs. 136/2024, ha completato l’assetto normativo – rappresenta oggi un corpus legislativo maturo e consolidato. Per il praticante commercialista che si prepara all’esame di stato 2026, la padronanza di questa disciplina non è solo un requisito per superare la seconda prova scritta, ma costituisce la chiave di accesso a concrete opportunità professionali che si apriranno immediatamente dopo l’abilitazione.

L’esame di stato, strutturato secondo le modalità ordinarie previste dal D.Lgs. 139/2005, include espressamente il diritto fallimentare tra le materie della seconda prova scritta. I temi relativi alla liquidazione giudiziale, alla composizione negoziata e agli strumenti di regolazione della crisi sono ormai consolidati nelle tracce d’esame. Ma la vera opportunità per chi si abilita nel 2026 è che il quadro normativo è finalmente stabile: il neo-commercialista potrà costruire la propria specializzazione su basi certe, senza dover rincorrere continue modifiche legislative.

L’Elenco dei Gestori della Crisi: La Porta d’Ingresso alle Nuove Funzioni

Il D.Lgs. 136/2024 (Correttivo-ter) ha trasformato quello che era l'”Albo dei gestori della crisi e insolvenza delle imprese” in un “Elenco”, istituito presso il Ministero della Giustizia ai sensi dell’art. 356 del Codice della Crisi. Non si tratta di un semplice cambio di denominazione: la nuova formulazione riconosce che questo strumento non si rivolge esclusivamente alle professioni ordinistiche, ampliando la platea dei soggetti ammissibili.

L’iscrizione all’Elenco è condizione necessaria per ricevere incarichi dal tribunale come curatore, commissario giudiziale, liquidatore o attestatore nelle procedure previste dal Codice. I tribunali assegnano questi incarichi esclusivamente attingendo ai soggetti iscritti all’Elenco ministeriale, rendendo l’iscrizione un passaggio obbligato per chi intende operare in questo settore.

Chi Può Iscriversi all’Elenco

L’art. 358, comma 1 del Codice della Crisi individua tre categorie di soggetti legittimati all’iscrizione:

Professionisti ordinistici: gli iscritti agli albi degli avvocati, dei dottori commercialisti e degli esperti contabili e dei consulenti del lavoro. Questa categoria comprende quindi i neo-abilitati commercialisti che intendono specializzarsi nel settore.

Studi associati e STP: gli studi professionali associati o le società tra professionisti possono iscriversi a condizione che i soci siano in possesso dei requisiti professionali previsti. All’atto dell’accettazione dell’incarico deve essere designata la persona fisica responsabile della procedura.

Manager ed ex amministratori: coloro che abbiano svolto funzioni di amministrazione, direzione e controllo in società di capitali o cooperative, dimostrando adeguate capacità imprenditoriali e purché non sia stata pronunciata nei loro confronti dichiarazione di liquidazione giudiziale.

Requisiti di Iscrizione per il Commercialista: Il Quadro Definitivo

Con le FAQ aggiornate dal Ministero della Giustizia e i chiarimenti forniti dal CNDCEC (Pronto Ordini n. 14/2025), il quadro dei requisiti per l’iscrizione dei commercialisti all’Elenco dei gestori della crisi è oggi perfettamente definito. Una delle semplificazioni più significative introdotte dal Correttivo-ter è l’eliminazione dell’obbligo di tirocinio semestrale per avvocati, commercialisti, esperti contabili e consulenti del lavoro.

Requisiti Formativi

Corso di formazione iniziale: per i commercialisti è richiesto un corso di 40 ore (non 200 come per i soggetti non iscritti ad albi professionali). Il corso deve essere conforme alle Linee Guida della Scuola Superiore della Magistratura e deve essere erogato da università pubbliche o private, enti convenzionati, oppure direttamente dagli ordini professionali.

Aggiornamento biennale: per mantenere l’iscrizione è necessario frequentare corsi di aggiornamento per almeno 18 ore ogni biennio. Gli ordini professionali possono stabilire criteri di equipollenza tra l’aggiornamento biennale dei gestori della crisi e i corsi di formazione professionale continua ordinaria, ottimizzando così il carico formativo complessivo.

Requisiti Esperienziali

Il professionista deve attestare, mediante autocertificazione, di possedere un’adeguata esperienza maturata nell’ultimo quinquennio quale attestatore, curatore, commissario giudiziale o liquidatore. L’esperienza può essere stata acquisita in proprio oppure in collaborazione con altri professionisti già iscritti nell’Elenco. L’autocertificazione deve indicare la tipologia di attività svolta e gli estremi delle procedure (nome, numero di ruolo, tribunale competente).

Requisiti di Onorabilità

I requisiti di onorabilità impongono che l’iscritto non si trovi in condizioni di ineleggibilità o decadenza secondo l’art. 2382 del codice civile, non sia stato sottoposto a misure di prevenzione o condannato per reati gravi, e non abbia riportato sanzioni disciplinari più gravi di quella minima prevista dall’albo di appartenenza negli ultimi cinque anni.

Contributo di Iscrizione

L’iscrizione è subordinata al versamento di un contributo di 150 euro, effettuabile tramite PagoPA o bonifico bancario. La domanda si presenta esclusivamente in via telematica attraverso il portale del Ministero della Giustizia.

📺 Video Approfondimento:
Per una panoramica completa sul Codice della Crisi d’Impresa, consigliamo la visione del video didattico relativo alla certificazione dei debiti contributivi:
Crisi d’Impresa e Commercialisti: Approfondimento – un contenuto utile per comprendere le dinamiche della disciplina e prepararsi sia all’esame di stato.

La Composizione Negoziata: Diventare Esperto Indipendente

Accanto all’Elenco dei gestori della crisi, il Codice prevede un secondo percorso professionale: quello dell’esperto indipendente nella composizione negoziata della crisi d’impresa (artt. 12-25 quinquies del D.Lgs. 14/2019).

La composizione negoziata è uno strumento stragiudiziale e volontario che consente all’imprenditore commerciale o agricolo in situazione di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario di avviare trattative con i creditori, assistito da un esperto indipendente nominato dalla Camera di Commercio. L’obiettivo è individuare una soluzione per il risanamento dell’impresa prima che si arrivi all’insolvenza irreversibile.

Requisiti per l’Iscrizione all’Elenco degli Esperti

L’Elenco degli esperti per la composizione negoziata è tenuto presso le Camere di Commercio dei capoluoghi di regione. I requisiti per l’iscrizione sono più stringenti rispetto all’Elenco ministeriale:

Anzianità di iscrizione: iscrizione da almeno 5 anni all’albo dei dottori commercialisti ed esperti contabili (o degli avvocati o dei consulenti del lavoro). Questo requisito rende il ruolo di esperto un obiettivo di medio termine per il neo-abilitato.

Esperienza specifica: documentata esperienza nel campo della ristrutturazione aziendale e della crisi d’impresa. Per i consulenti del lavoro è richiesto di aver concorso almeno in 3 casi alla conclusione di accordi di ristrutturazione dei debiti omologati o di accordi sottostanti a piani attestati.

Formazione specifica: completamento di un corso di 55 ore disciplinato dal Decreto dirigenziale del Ministero della Giustizia del 21 marzo 2023.

La domanda di iscrizione va presentata al proprio Ordine professionale, che verifica la completezza della documentazione e comunica alla Camera di Commercio del capoluogo di regione i nominativi dei professionisti idonei.

Le Funzioni dell’Esperto

L’esperto non è un consulente dell’impresa né un mediatore in senso tecnico, ma un facilitatore indipendente che agevola le trattative tra l’imprenditore, i creditori e gli eventuali altri soggetti interessati. Le sue funzioni principali comprendono: la verifica della situazione patrimoniale e finanziaria dell’impresa; la valutazione della ragionevole perseguibilità del risanamento; l’agevolazione delle trattative per individuare una soluzione allo squilibrio; il controllo sulla fattibilità del piano di risanamento proposto.

L’incarico ha una durata massima di 180 giorni dall’accettazione della nomina, prorogabile su richiesta motivata.

Le Funzioni Professionali nel Codice della Crisi

Una volta iscritto all’Elenco dei gestori della crisi, il commercialista può essere nominato dal tribunale per svolgere diverse funzioni nell’ambito delle procedure di regolazione della crisi e dell’insolvenza. Conoscere le caratteristiche di ciascun ruolo è essenziale sia per l’esame di stato che per la futura pratica professionale.

Il Curatore

Nella liquidazione giudiziale (che ha sostituito il fallimento), il curatore è l’organo preposto all’amministrazione del patrimonio del debitore. Le sue funzioni comprendono: la presa in consegna dei beni; la formazione dell’inventario; la redazione della relazione sulle cause dell’insolvenza; la gestione e liquidazione dell’attivo; la formazione del piano di riparto tra i creditori. Il curatore risponde del proprio operato al giudice delegato e al comitato dei creditori.

Il Commissario Giudiziale

Nel concordato preventivo, il commissario giudiziale svolge funzioni di vigilanza e controllo sull’attività del debitore. In particolare: vigila sull’adempimento del concordato; redige la relazione sui crediti, sulla proposta e sulle cause del dissesto; esprime parere sulla fattibilità del piano; riferisce al giudice delegato su ogni irregolarità. Il commissario giudiziale opera anche nell’amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi.

Il Liquidatore

Nel concordato con cessione dei beni e nella liquidazione controllata del sovraindebitato, il liquidatore è incaricato della vendita dei beni e della distribuzione del ricavato ai creditori. Le sue funzioni sono analoghe a quelle del curatore, ma nell’ambito di procedure diverse dalla liquidazione giudiziale.

L’Attestatore

Il professionista indipendente attestatore ha il compito di verificare la veridicità dei dati aziendali e la fattibilità del piano di risanamento nei piani attestati, negli accordi di ristrutturazione dei debiti e nel concordato preventivo. L’attestazione è un documento cruciale perché sulla sua base i creditori e il tribunale assumono decisioni rilevanti. L’attestatore deve possedere requisiti di indipendenza rispetto al debitore e ai creditori.

Il Sovraindebitamento: Un’Area in Espansione

Il Codice della Crisi disciplina anche le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento, destinate ai consumatori, ai professionisti, agli imprenditori minori, agli imprenditori agricoli e alle start-up innovative. Queste procedure (ristrutturazione dei debiti del consumatore, concordato minore, liquidazione controllata) sono gestite dagli Organismi di Composizione della Crisi (OCC), presso i quali il commercialista può operare come gestore della crisi.

Nel 2026 questo settore si conferma in forte espansione, anche per effetto della crescente consapevolezza dei cittadini riguardo agli strumenti di esdebitazione disponibili. Per il neo-commercialista rappresenta un’area di ingresso relativamente accessibile nel mondo della crisi d’impresa.

📋 FOCUS: Legge di Bilancio 2026 e Crisi d’Impresa

Le connessioni normative che il praticante commercialista deve conoscere per l’esame e per la professione

La Legge di Bilancio 2026 (L. 207/2025), con i suoi 137 articoli, introduce disposizioni che si intrecciano profondamente con la disciplina della crisi d’impresa. Per il praticante commercialista, comprendere queste connessioni è fondamentale: rappresentano un tema sempre più frequente nelle tracce d’esame e costituiscono il cuore della consulenza aziendale moderna. Il fil rouge che attraversa la manovra è chiaro: le agevolazioni fiscali premiano le imprese “sane” o in percorsi di risanamento virtuoso, escludendo quelle in procedure liquidatorie.

1. Super-Ammortamento e Iper-Ammortamento 2026 (Art. 94)

L’art. 94 della Legge di Bilancio 2026 reintroduce la maggiorazione del costo di acquisizione dei beni strumentali, sostituendo i crediti d’imposta “Transizione 4.0” e “5.0” con un sistema di deduzione extracontabile. La misura si applica agli investimenti effettuati dal 1° gennaio al 31 dicembre 2026, con possibilità di estensione al 30 giugno 2027 se l’ordine è stato accettato e un acconto pari ad almeno il 20% è stato versato entro il 31 dicembre 2026.

Aliquote della maggiorazione “base” (beni Allegati A e B L. 232/2016):

Per investimenti fino a 2,5 milioni di euro: maggiorazione del 180%. Per investimenti da 2,5 a 10 milioni di euro: maggiorazione del 100%. Per investimenti da 10 a 20 milioni di euro: maggiorazione del 50%.

Aliquote della maggiorazione “green” (investimenti con riduzione consumi energetici):

Se l’investimento garantisce una riduzione dei consumi energetici della struttura produttiva di almeno il 3% (o del 5% nei processi interessati), le aliquote aumentano significativamente: 220% fino a 2,5 milioni, 140% da 2,5 a 10 milioni, 90% da 10 a 20 milioni. La riduzione dei consumi si considera automaticamente conseguita in caso di: sostituzione di beni interamente ammortizzati da almeno 24 mesi; progetti realizzati tramite ESCo con contratto EPC; installazione di moduli fotovoltaici conformi all’art. 12 D.L. 181/2023.

Beni ammissibili: beni materiali e immateriali nuovi compresi negli Allegati A e B della L. 232/2016 (beni “Industria 4.0”), interconnessi al sistema aziendale; beni strumentali per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo; impianti di stoccaggio dell’energia prodotta.

⛔ ESCLUSIONE PER PROCEDURE CONCORSUALI: Il beneficio non spetta alle imprese in stato di: liquidazione volontaria, liquidazione giudiziale, liquidazione coatta amministrativa, concordato preventivo senza continuità aziendale, amministrazione straordinaria, o sottoposte ad altra procedura concorsuale di natura liquidatoria. Sono altresì escluse le imprese destinatarie di sanzioni interdittive ai sensi del D.Lgs. 231/2001.

Requisiti di regolarità: oltre all’assenza di procedure concorsuali, l’accesso al beneficio è subordinato al rispetto delle normative sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e al corretto adempimento degli obblighi di versamento dei contributi previdenziali e assistenziali (DURC regolare).

Modalità operative: il beneficio è riconosciuto tramite variazione extracontabile in diminuzione, proporzionale alle quote di ammortamento. Le imprese devono inviare comunicazione telematica al GSE con modelli standardizzati e produrre certificazioni tecniche per gli investimenti “green”. È previsto un decreto attuativo MIMIT-MEF-MASE entro 30 giorni dall’entrata in vigore della legge.

2. Rottamazione Quinquies (Art. 23)

L’art. 23 della Legge di Bilancio 2026 introduce la quinta edizione della definizione agevolata delle cartelle esattoriali, una misura di particolare rilevanza per le imprese in difficoltà economica. La rottamazione quinquies consente di estinguere i debiti fiscali pagando esclusivamente la sorte capitale, con l’azzeramento totale di sanzioni, interessi di mora e aggio di riscossione.

Ambito oggettivo: sono definibili i debiti risultanti dai carichi affidati all’Agente della Riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2023, derivanti da: omesso versamento di imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali; controlli automatizzati (art. 36-bis D.P.R. 600/1973) e formali (art. 36-ter D.P.R. 600/1973) delle dichiarazioni; controlli IVA (artt. 54-bis e 54-ter D.P.R. 633/1972); omesso versamento di contributi previdenziali INPS (esclusi quelli da accertamento); sanzioni per violazioni del Codice della strada (limitatamente a interessi e aggio).

Sono esclusi: i carichi derivanti da accertamenti dell’Agenzia delle Entrate, le somme relative a sanzioni penali, i recuperi di aiuti di Stato dichiarati illegittimi.

✅ NOVITÀ PER LE IMPRESE IN CRISI: La rottamazione quinquies include espressamente i debiti rientranti in procedure concorsuali o di composizione della crisi d’impresa, con applicazione delle regole dei crediti prededucibili. Questo significa che il debito rottamato, se l’impresa è in procedura, assume il rango della prededuzione, garantendo priorità nel soddisfacimento. È una novità significativa che consente di coordinare la definizione agevolata con i percorsi di risanamento previsti dal Codice della Crisi.

Effetti dell’adesione: dalla presentazione della domanda si sospendono le azioni esecutive (fermi, ipoteche, pignoramenti), salvo che non sia già stato tenuto il primo incanto con esito positivo. Il contribuente non è più considerato inadempiente sui debiti rottamati: questo consente di ottenere il DURC regolare, fondamentale per partecipare ad appalti e accedere ad altre agevolazioni. Le rateazioni ordinarie in corso sui carichi inclusi nella domanda sono automaticamente sospese.

Scadenze operative: domanda di adesione telematica entro il 30 aprile 2026; comunicazione dell’importo dovuto da parte dell’Agenzia Entrate-Riscossione entro il 30 giugno 2026; prima rata (o unica soluzione) entro il 31 luglio 2026.

Modalità di pagamento: in unica soluzione entro il 31 luglio 2026, oppure in un massimo di 54 rate bimestrali di pari importo (importo minimo per rata: 100 euro). Le prime tre rate scadono il 31 luglio, 30 settembre e 30 novembre 2026; le successive con cadenza bimestrale fino al 2035. In caso di rateazione si applicano interessi al tasso del 4% annuo a decorrere dal 1° agosto 2026.

Cause di decadenza: mancato o insufficiente pagamento della rata unica o della prima rata; mancato pagamento di almeno due rate, anche non consecutive; mancato pagamento dell’ultima rata del piano.

3. IRES Premiale (Art. 1, co. 436 ss. L. 207/2024 – conferma 2026)

L’IRES premiale, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 e confermata per il 2026, prevede la riduzione dell’aliquota IRES dal 24% al 20% per le società di capitali che reinvestono gli utili in beni produttivi e occupazione. La misura, attuata con D.M. 8 agosto 2025, si inserisce nella riforma fiscale (L. 111/2023) e mira a premiare le imprese che rafforzano la propria struttura patrimoniale e produttiva.

Requisiti cumulativi per l’accesso:

1) Accantonamento utili: almeno l’80% dell’utile d’esercizio 2024 deve essere accantonato in una riserva apposita denominata “Riserva utili IRES premiale”.

2) Investimenti qualificati: investimenti in beni materiali e immateriali 4.0 o 5.0 per un importo pari al maggiore tra il 30% dell’accantonamento e il 24% dell’utile 2023, da effettuare tra il 1° gennaio 2025 e il 31 ottobre 2026.

3) Incremento occupazionale: aumento dell’organico di almeno l’1% rispetto all’anno precedente (con contratti a tempo indeterminato), e comunque almeno una nuova assunzione.

4) Mantenimento occupazionale: numero medio di lavoratori non inferiore al triennio precedente.

5) Assenza di cassa integrazione: nessun ricorso a CIG ordinaria o straordinaria nel periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2024 e in quello successivo, salvo eccezioni di legge.

⛔ ESCLUSIONE PER PROCEDURE CONCORSUALI: L’IRES premiale non si applica alle società in liquidazione ordinaria, assoggettate a procedure concorsuali di natura liquidatoria, o che determinano il reddito con regimi forfettari. La ratio è chiara: la misura premia la solidità e la crescita, non la gestione della crisi in fase terminale.

Vincoli e decadenza: la riserva accantonata non può essere distribuita fino al 31 dicembre 2026; i beni acquistati non possono essere ceduti, dismessi o delocalizzati all’estero fino al quinto anno successivo all’acquisto. In caso di violazione, l’impresa deve restituire l’imposta risparmiata.

4. Altre Misure con Esclusione per Procedure Concorsuali

Credito d’imposta ZES Unica (Art. 95): prorogato per il triennio 2026-2028 con autorizzazione di spesa di 2,3 miliardi per il 2026. Il credito spetta alle imprese che realizzano investimenti in beni strumentali nuovi nelle regioni della ZES unica del Mezzogiorno. Requisiti di accesso: regolarità contributiva (DURC) e assenza di procedure concorsuali.

Nuova Sabatini (Art. 97): rifinanziata per il 2026, prevede contributi a fondo perduto per PMI che acquistano macchinari, impianti, attrezzature e beni strumentali. L’accesso richiede regolarità contributiva e non ammette imprese in stato di difficoltà o sottoposte a procedure concorsuali.

Credito d’imposta Zone Logistiche Semplificate (Art. 96): rinnovato per il triennio 2026-2028 con limite di spesa di 100 milioni annui. Stessi requisiti di regolarità delle altre misure.

📊 Tabella Riepilogativa: Agevolazioni 2026 e Procedure Concorsuali

Agevolazione Beneficio Esclusi Ammessi in crisi
Super-ammortamento (Art. 94) Maggiorazione costo 180%/100%/50% Liquidazione, concordato senza continuità, procedure liquidatorie Composizione negoziata, concordato in continuità
Iper-ammortamento green Maggiorazione costo 220%/140%/90% Come sopra + sanzioni D.Lgs. 231/2001 Composizione negoziata, concordato in continuità
IRES Premiale Aliquota ridotta dal 24% al 20% Liquidazione ordinaria, procedure concorsuali, forfettari Imprese in bonis con assetti adeguati
ZES Unica Credito d’imposta investimenti Procedure concorsuali, irregolarità contributiva Imprese regolari in percorsi di risanamento
Nuova Sabatini Contributi a fondo perduto PMI Imprese in difficoltà, procedure concorsuali PMI con DURC regolare
Rottamazione Quinquies Azzeramento sanzioni/interessi/aggio Carichi da accertamento – con prededucibilità in procedure concorsuali

💡 Implicazioni Pratiche: Il Valore della Prevenzione

La manovra 2026 si inserisce nel solco tracciato dall’art. 2086 del codice civile e dall’art. 3 del Codice della Crisi, che impongono alle imprese di dotarsi di assetti organizzativi, amministrativi e contabili adeguati per rilevare tempestivamente gli squilibri. Nel nuovo contesto normativo, la trasparenza finanziaria diventa quello che gli analisti definiscono “capitale negoziale”: un piano di risanamento, per essere credibile, deve basarsi su informazioni verificabili, dati coerenti e un atteggiamento collaborativo.

Il messaggio del legislatore è inequivocabile:

Chi previene la crisi (composizione negoziata, piani attestati, concordato in continuità) mantiene l’accesso a super-ammortamento, crediti d’imposta, agevolazioni fiscali e finanziarie.

Chi arriva tardi (liquidazione giudiziale, concordato liquidatorio) perde questi benefici, aggravando ulteriormente la situazione patrimoniale.

Per il commercialista, questo crea un argomento potentissimo nella consulenza al cliente: intervenire tempestivamente non è solo una questione di sopravvivenza aziendale, ma anche di convenienza fiscale misurabile. Un’impresa che attiva la composizione negoziata prima del deterioramento irreversibile può continuare a beneficiare di una maggiorazione del costo di acquisizione fino al 220%, mentre la stessa impresa, una volta entrata in liquidazione giudiziale, perde completamente questo vantaggio.

⚠️ Nota Operativa per il Commercialista

Nell’assistenza a un’impresa cliente in difficoltà, il commercialista deve sempre valutare l’impatto della scelta dello strumento di gestione della crisi sull’accesso alle agevolazioni fiscali. La differenza tra un concordato in continuità e un concordato liquidatorio non è solo procedurale: può tradursi in centinaia di migliaia di euro di benefici fiscali persi o conservati. Analogamente, l’adesione alla rottamazione quinquies può essere coordinata con il percorso concorsuale grazie alla prededucibilità dei crediti definiti.

🎯 Il Ruolo Centrale del Commercialista

La crescente integrazione tra normative fiscali, assetti organizzativi e governance della crisi sta ridisegnando il modello di consulenza professionale. Il commercialista non può più limitarsi a un approccio puramente contabile o fiscale: deve essere in grado di leggere i segnali di squilibrio, consigliare l’imprenditore sugli strumenti disponibili e accompagnarlo nei percorsi di prevenzione o risanamento, tenendo sempre presente le conseguenze fiscali delle diverse opzioni.

Per il praticante che si prepara all’esame di stato 2026, questa evoluzione rappresenta un’opportunità straordinaria: la domanda di professionisti con competenze trasversali – fiscali, aziendalistiche e concorsuali – è in crescita esponenziale e continuerà ad aumentare. Chi padroneggia le connessioni tra Codice della Crisi e Legge di Bilancio ha un vantaggio competitivo che sarà sempre più riconosciuto dal mercato.

Prospettive 2026: Un Anno di Opportunità

Il 2026 si presenta come un anno particolarmente favorevole per chi intende specializzarsi nella crisi d’impresa. Il quadro normativo è consolidato dopo tre correttivi, la giurisprudenza sta fornendo interpretazioni sempre più chiare, e le procedure applicative sono rodate. Chi si abilita e si forma in questo ambito nel 2026 potrà operare in un contesto di certezza normativa che non era disponibile negli anni precedenti.

Cosa Aspettarsi

Stabilità normativa: dopo l’intensa fase di aggiustamenti 2022-2024, il Codice della Crisi è nella sua forma definitiva. Gli investimenti in formazione fatti oggi mantengono il loro valore nel tempo.

Integrazione con la fiscalità: la Legge di Bilancio 2026 conferma che crisi d’impresa e fiscalità sono sempre più interconnesse. Il commercialista che padroneggia entrambe le discipline ha un vantaggio competitivo significativo.

Domanda di mercato: le imprese in difficoltà necessitano di professionisti qualificati. La composizione negoziata, in particolare, sta dimostrando la sua efficacia come strumento di prevenzione dell’insolvenza e richiede esperti preparati.

Minore concorrenza: non tutti i commercialisti scelgono di specializzarsi in questo settore. Chi lo fa si distingue e intercetta una fascia di mercato specifica.

Percorso Consigliato per il Praticante

Durante il praticantato: partecipare, ove possibile, a procedure di crisi gestite dallo studio. Anche l’osservazione di un concordato preventivo o di una composizione negoziata fornisce competenze preziose che saranno utili sia all’esame che nella professione.

Prima dell’esame: studiare approfonditamente il Codice della Crisi d’Impresa nella sua versione consolidata, con attenzione anche alle connessioni con la Legge di Bilancio 2026. I temi d’esame richiedono conoscenza sistematica della materia e capacità di applicazione pratica.

Subito dopo l’abilitazione: frequentare il corso abilitante di 40 ore per l’iscrizione all’Elenco dei gestori della crisi. Anche senza esperienza pregressa significativa, l’iscrizione consente di iniziare a ricevere incarichi dal tribunale e costruire progressivamente il proprio curriculum.

Nel medio termine (5 anni): maturare i requisiti per l’iscrizione all’Elenco degli esperti per la composizione negoziata, completando il corso di 55 ore e documentando l’esperienza acquisita.

Conclusioni

Il Codice della Crisi d’Impresa ha ridisegnato il ruolo del commercialista nelle situazioni di difficoltà aziendale, ampliando significativamente le competenze riservate alla professione. La Legge di Bilancio 2026 rafforza ulteriormente questa centralità, collegando la gestione della crisi all’accesso alle agevolazioni fiscali e premiando le imprese che adottano comportamenti virtuosi.

Per il praticante che si prepara all’esame di stato 2026, questa materia non è solo un capitolo da studiare per la seconda prova scritta, ma rappresenta un investimento concreto per il futuro professionale. L’iscrizione all’Elenco dei gestori della crisi, la specializzazione nella composizione negoziata, le funzioni di curatore, commissario, liquidatore e attestatore costituiscono percorsi professionali accessibili già nei primi anni di carriera, a condizione di acquisire le competenze necessarie.

Il 2026, con il suo quadro normativo finalmente stabile e le nuove connessioni tra crisi d’impresa e fiscalità, è il momento ideale per iniziare questo percorso: lo studio per l’esame di stato può trasformarsi nella base di una specializzazione professionale distintiva e richiesta dal mercato.

📚 Riferimenti Normativi Essenziali

  • D.Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14 – Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza
  • D.Lgs. 17 giugno 2022, n. 83 – Primo correttivo al Codice della Crisi
  • D.Lgs. 13 settembre 2024, n. 136 – Terzo correttivo (Correttivo-ter)
  • Legge 30 dicembre 2025, n. 207 – Legge di Bilancio 2026 (art. 23 Rottamazione Quinquies; artt. 94-98 Misure pro-impresa)
  • D.M. 8 agosto 2025 – Decreto attuativo IRES premiale
  • D.M. 3 marzo 2022, n. 75 – Regolamento sull’Elenco dei gestori della crisi
  • D.M. 24 settembre 2014, n. 202 – Requisiti per gli OCC
  • Decreto dirigenziale 21 marzo 2023 – Formazione esperti composizione negoziata

📝 Nota: Le informazioni contenute in questo articolo hanno finalità formative e divulgative, e sono da ritenersi indicative. Per l’iscrizione agli elenchi professionali si raccomanda di consultare sempre le fonti ufficiali e le FAQ aggiornate del Ministero di Competenza.

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